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Ovidio


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autore
brano
 
Tacito
Annali XIV, 3
 
originale
 
[3] Igitur Nero vitare secretos eius congressus, abscedentem in hortos aut Tusculanum vel Antiatem in agrum laudare, quod otium capesseret. postremo, ubicumque haberetur, praegravem ratus interficere constituit, hactenus consultans, veneno an ferro vel qua alia vi. placuitque primo venenum. sed inter epulas principis si daretur, referri ad casum non poterat tali iam Britannici exitio; et ministros temptare arduum videbatur mulieris usu scelerum adversus insidias intentae; atque ipsa praesumendo remedia munierat corpus. ferrum et caedes quonam modo occultaretur, nemo reperiebat; et ne quis illi tanto facinori delectus iussa sperneret metuebat. obtulit ingenium Anicetus libertus, classi apud Misenum praefectus et pueritiae Neronis educator ac mutuis odiis Agrippinae invisus. ergo navem posse componi docet, cuius pars ipso in mari per artem soluta effunderet ignaram: nihil tam capax fortuitorum quam mare; et si naufragio intercepta sit, quem adeo iniquum, ut sceleri adsignet, quod venti et fluctus deliquerint? additurum principem defunctae templum et aras et cetera ostentandae pietati.
 
traduzione
 
3. Nerone dunque cominci? ad evitare di incontrarsi da solo con la madre e, quando lei si recava nei propri giardini o nelle ville di Tuscolo o di Anzio, esprimeva approvazione per quella ricerca di svago. Ma alla fine, considerando che la madre, ovunque fosse, era per lui un peso gravoso, decise di ucciderla; l'unico problema era se col veleno o col ferro o con altra violenza. In un primo tempo decise per il veleno. Ma, se propinato alla mensa del principe, sarebbe poi stato impossibile parlare di un caso, col precedente di Britannico; e sembrava ardua impresa corrompere i servi di una donna vigile contro le insidie, proprio per la sua familiarit? col delitto; tanto pi? che Agrippina si era immunizzata, con preventiva assunzione di antidoti. Inimmaginabile, poi, nascondere un delitto di spada; e temeva che la persona incaricata di un gesto cos? grave, si rifiutasse. Gli sugger? un'abile soluzione il liberto Aniceto, comandante della flotta di stanza al capo Miseno, gi? incaricato di educare Nerone fanciullo, odioso ad Agrippina e da lui ricambiata. Illustra dunque al principe la possibilit? di costruire una nave, parte della quale, azionata da un congegno, potesse sganciarsi, una volta in mare, e far cos? precipitare in acqua, di sorpresa, la madre: nulla ? imprevedibile come il mare, e se Agrippina fosse perita in un naufragio - diceva - chi sarebbe stato tanto fazioso da imputare a delitto un increscioso incidente dovuto ai venti e alle onde? Il principe avrebbe poi innalzato alla madre morta un tempio, altari e mostrato altri segni della sua piet? filiale.
 

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