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Bukowski
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Re: Seneca
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Data:
11/10/2002 19.21.38
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Seneca, L'ira, I, 20 passim
2. Omnes quos uecors animus supra cogitationes extollit humanas altum quiddam et sublime spirare se credunt; ceterum nil solidi subest, sed in ruinam prona sunt quae sine fundamentis creuere. Non habet ira cui insistat; non ex firmo mansuroque oritur, sed uentosa et inanis est, tantumque abest a magnitudine animi quantum a fortitudine audacia, a fiducia insolentia, ab austeritate tristitia, a seueritate crudelitas. 3. Multum, inquam, interest inter sublimem animum et superbum. Iracundia nihil amplum decorumque molitur; contra mihi uidetur ueternosi et infelicis animi, inbecillitatis sibi conscia, saepe indolescere, ut exulcerata et aegra corpora quae ad tactus leuissimos gemunt. Ita ira muliebre maxime ac puerile uitium est. 'At incidit et in uiros.' Nam uiris quoque puerilia ac muliebria ingenia sunt.
Tutti coloro che una mente forsennata [vecors; ovvero, come si intende, che ha perso il senso della misura di s?] innalza sopra i pensieri e le aspettative [= i limiti] umane, sono convinti di emanare un qualcosa di alto e di sublime. Ma in verit?, si tratta di convinzioni senza fondamento [lett. nulla di solido c'? sotto], e quelle (costruzioni), che si elevano (appunto) senza fondamento, sono destinate prima o poi [sunt prona] a crollare [in rovinam]. L'ira (dunque) non ha una (solida) base cui appoggiarsi; non vien su da un presupposto saldo e destinato a durare (nel tempo) [mansuro, part. futuro di "maneo"], ma ? (soltanto) piena di vento e di nulla, ed ? tanto lontana dalla (vera) grandezza d'animo quanto la sconsideratezza [audacia] dal coraggio [fortitudine], l'invadenza [insolentia] dalla fiducia, l'alterigia dalla seriet?, la crudelt? dalla severit?. C'? grande differenza, dico, tra un animo elevato ed (uno semplicemente) superbo. (E) l'iracondia [Seneca distingue tra ira ed iracondia, ricordalo] non costruisce (di per s?) nulla di (veramente) importante e decoroso; anzi, mi sembra che, consapevole della debolezza di un animo impigrito e infelice, spesso (ne) provi dolore, cos? come [ut] i corpi pieni di piaghe e malati si lamentano a tocchi (pur) lievissimi [ovvero, anche se appena sfiorati]. Ne consegue [ita, e cos?] l'ira si contraddistingue come un difetto essenzialmente [maxime] femmineo e puerile. "Ma essa attecchisce anche negli uomini!" (si potrebbe obiettare). Certo! Anche negli uomini, infatti, si trovano (talora) risvolti caratteriali [ingenia] puerili e femminei.
Trad. Bukowski
Riguardo il secondo brano, trovi tutto qui:
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