Data:
14/10/2002 1.42.39
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Cicerone, Pro Ligario, 9-10 passim
[27] Quid? cum ista res nihil commovisset ejus animum ad quem veneratis, languidiore (credo) studio in causa fuistis: tantum modo in praesidiis eratis, animi vero a causa abhorrebant: an, ut fit in civilibus bellis . . . nec in vobis magis quam in reliquis; omnes enim vincendi studio tenebamur. Pacis equidem semper auctor fui, sed tum sero: erat enim amentis, cum aciem videres, pacem cogitare. Omnes, inquam, vincere volebamus: tu certe praecipue, qui in eum locum veneras, ubi tibi esset pereundum nisi vicisses. Quamquam, ut nunc se res habet, non dubito quin hanc salutem anteponas illi victoriae. [10] [28] Haec ego non dicerem, Tubero, si aut vos constantiae vestrae aut Caesarem benefici sui paeniteret. Nunc quaero utrum vestras injurias an rei publicae persequamini: si rei publicae, quid de vestra in illa causa perseverantia respondebitis? si vestras, videte ne erretis, qui Caesarem vestris inimicis iratum fore putetis, cum ignoverit suis.
27. In verit?, quando l'animo di colui che avevate raggiunto rest? indifferente dinanzi a codesto vostro comportamento, siete rimasti, s?, nel partito, ma - credo bene - con minor calore; eravate solo fisicamente presenti nelle file, ma il vostro animo era alieno alla causa o, come avviene nelle guerre civili, n? in voi pi? che negli altri; tutti, infatti, eravamo posseduti dalla brama di vittoria. Riconosco che io sono stato consigliere di pace, ma allora era troppo tardi; sarebbe stato da pazzi pensare alla pace di fronte ad un esercito schierato. Tutti, lo ripeto, volevano vincere; tu, certo, pi? degli altri, giunto, com'eri, a tale punto che, se non avessi vinto, avresti dovuto soccombere. Sebbene, nelle circostanze attuali, son sicuro che tu preferisci questa salvezza a quella vittoria . [X]28. Non parlerei cos?, o Tuberone, se o voi vi pentiste della vostra coerenza o Cesare della sua generosit?. Ora io chiedo se intendete vendicare le offese recate a voi o allo Stato. Se allo Stato, che giustificazione darete della vostra ostinata fedelt? a quella causa? Se a voi, fate attenzione di non sbagliare ritenendo Cesare adirato contro i vostri avversari, mentre egli ha perdonato ai suoi. Orbene, ti sembra, o Cesare, che io sia preoccupato della causa di Ligario e che io discuta della sua condotta? Quanto ho detto intendo che si riconduca ad un punto solo, alla tua umanit?, alla tua clemenza, alla tua generosit?.
Trad. Todisco
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