MATURITA' CLASSICA
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Traduzioni più letterali dei seguenti brani (ma solo dal 1960 e neanche tutti, beninteso) potete consultarle nella relativa sezione di studentimiei.it , sito che presenta anche un'utile pagina sulla metodologia del tradurre.

Potete, inoltre, esercitarvi utilizzando le traduzioni guidate (con commenti grammaticali e altro) che trovate qui (sezione creata nel 2003, ma sempre valida)

Per ripassi grammaticali on line, invece, consiglio di visionare il sito del prof. Vittorio Todisco

Utilizzate questa sezione per esercitarvi e rendervi conto del livello di preparazione richiesto in sede d'esame; inoltre, ben volentieri il Ministero richiama, nell'argomento dei brani proposti per la traduzione, temi d'attualità: ecco perché ho preferito linkare gli anni al sito cronologia.it, per eventuali raffronti. Infine, conviene sempre avere una buona preparazione di letteratura latina, per tradurre bene: gli autori dei brani presentati, dunque, rimandano a loro volta alla sezione di letteratura di progettovidio.it, per un'eventuale rispolverata di memoria :).



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ID 23
anno 1967 (I sess.)
autore Seneca
titolo brano Nullus hostis tam contumeliosus est quam voluptates
opera Lettere, 39, 5-6
originale Qui hostis in quemquam tam contumeliosus fuit quam in quosdam voluptates suae sunt? Quorum inpotentiae atque insanae libidini ob hoc unum possis ignoscere, quod quae fecere patiuntur. Nec inmerito hic illos furor vexat; necesse est enim in immensum exeat cupiditas quae naturalem modum transilit. Ille enim habet suum finem, inania et ex libidine orta sine termino sunt. Necessaria metitur utilitas: supervacua quo redigis? Voluptatibus itaque se mergunt quibus in consuetudinem adductis carere non possunt, et ob hoc miserrimi sunt, quod eo pervenerunt ut illis quae supervacua fuerant facta sint necessaria. Serviunt itaque voluptatibus, non fruuntur, et mala sua, quod malorum ultimum est, amant.
traduzione Nessuno è stato oltraggiato tanto da un nemico quanto certi uomini dai propri piaceri. La loro sfrenatezza e la loro insana libidine può essere perdonabile solo perché quello che hanno fatto ricade su di loro. E questa follia li tortura a ragione; i desideri che superano i confini naturali sfociano inevitabilmente nella dismisura: la natura ha un suo limite, mentre i desideri vani e scaturiti dalla libidine non ne hanno. L'utilità dà la misura del necessario: ma il superfluo in che modo si può misurarlo? Alcuni, perciò si immergono nei piaceri e, abituatisi, non ne possono più fare a meno e sono davvero infelici perché arrivano al punto che per loro il superfluo diventa necessario. Non godono dei piaceri, ne sono schiavi e per giunta, e questo è il male estremo, i propri mali li amano. [trad. C. Barone]