MATURITA' CLASSICA
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Traduzioni più letterali dei seguenti brani (ma solo dal 1960 e neanche tutti, beninteso) potete consultarle nella relativa sezione di studentimiei.it , sito che presenta anche un'utile pagina sulla metodologia del tradurre.

Potete, inoltre, esercitarvi utilizzando le traduzioni guidate (con commenti grammaticali e altro) che trovate qui (sezione creata nel 2003, ma sempre valida)

Per ripassi grammaticali on line, invece, consiglio di visionare il sito del prof. Vittorio Todisco

Utilizzate questa sezione per esercitarvi e rendervi conto del livello di preparazione richiesto in sede d'esame; inoltre, ben volentieri il Ministero richiama, nell'argomento dei brani proposti per la traduzione, temi d'attualità: ecco perché ho preferito linkare gli anni al sito cronologia.it, per eventuali raffronti. Infine, conviene sempre avere una buona preparazione di letteratura latina, per tradurre bene: gli autori dei brani presentati, dunque, rimandano a loro volta alla sezione di letteratura di progettovidio.it, per un'eventuale rispolverata di memoria :).



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ID 8
anno 1954
autore Cicerone
titolo brano Incivilimento umano
opera Pro Sestio, 91-92
originale Quis enim nostrum, iudices, ignorat ita naturam rerum tulisse ut quodam tempore homines nondum neque naturali neque civili iure descripto fusi per agros ac dispersi vagarentur, tantumque haberent quantum manu ac viribus per caedem ac vulnera aut eripere aut retinere potuissent? qui igitur primi virtute et consilio praestanti exstiterunt, ii perspecto genere humanae docilitatis atque ingeni dissupatos unum in locum congregarunt eosque ex feritate illa ad iustitiam atque ad mansuetudinem transduxerunt. tum res ad communem utilitatem, quas publicas appellamus, tum conventicula hominum, quae postea civitates nominatae sunt, tum domicilia coniuncta, quas urbis dicimus, invento et divino iure et humano moenibus saepserunt. atque inter hanc vitam perpolitam humanitate et illam immanem nihil tam interest quam ius atque vis. Horum utro uti nolumus, altero est utendum. vim volumus exstingui, ius valeat necesse est, id est iudicia, quibus omne ius continetur; iudicia displicent aut nulla sunt, vis dominetur necesse est.
traduzione Chi di noi, o giudici, ignora che la natura ha operato in modo, che un tempo, quando non s'era ancor concretato né un diritto naturale né un diritto civile, gli uomini andavano vagando, isolati e spersi per le terre, e tanto possedevano quanto, con la forza del braccio e dando morte e ferite, potevano strappare e tenere per sé? Quelli poi che si affermavano primi per valore e per senno, resisi conto delle attitudini dell'ingegno umano, raccolsero quei vagabondi in luoghi determinati, e li trassero dalla originaria selvatichezza alla giustizia e all'umanità. Nacquero da ciò quelle istituzioni pel bene comune, che noi chiamiamo pubbliche, quegli aggregati d'uomini che ebbero poi nome di società, quegli aggregati di case che ebbero nome di città, e che, adottate le norme della religione e del diritto umano, furon protette da mura.
Quello che più differenzia questo vivere che la civiltà ha affinato, dal viver barbaro di un tempo, è il diritto nell'uno, la violenza nell'altro. Se non vogliamo usare l'una delle due cose, dobbiamo usar l'altra. Se vogliamo che la violenza scompaia, deve prender vigore il diritto, e cioè la funzione giudiziaria che il diritto onninamente realizza. Non piace essa, o si annulla: dovrà necessariamente prevalere la violenza. [trad. C. Giussani]