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                   brano 
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                   Cicerone 
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                   Brutus, 121 
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                   originale 
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                   [121] Quis enim uberior in dicendo Platone? Iovem sic [ut] aiunt philosophi, si Graece loquatur, loqui. quis Aristotele nervosior, Theophrasto dulcior? lectitavisse Platonem studiose, audivisse etiam Demosthenes dicitur--idque apparet ex genere et granditate verborum; dicit etiam in quadam epistula hoc ipse de sese --, sed et huius oratio in philosophiam translata pugnacior, ut ita dicam, videtur et illorum in iudicia pacatior. 
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                   traduzione 
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                   121 Chi ebbe mai facondia pi? fertile di Pla tone? Giove, dicono i filosofi, se parlasse greco, cos? parlerebbe. Chi
ha pi? nerbo di Aristotele, chi ? pi? pia cevole di Teofrasto? Si dice che Demostene leggesse e rileggesse Platone con
passione, e che ne avesse anche ascoltato le lezioni - e questo lo si vede dalla grandiosit? del suo stile; anzi, in una
lettera lo dice egli stesso -; ma il suo modo di esprimersi, trasferito nella filosofia, apparirebbe troppo combattivo, per
cos? dire; e troppo pacato quello dei filosofi, trasferito nei tribunali. 
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