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                   Cicerone 
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                   Brutus, 162 
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                   originale 
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                   [162] Erit, inquit [M.] Brutus, aut iam est iste quem exspectas? 
Nescio, inquam. sed est etiam L. Crassi in consulatu pro Q. Caepione defensiuncula non brevis ut laudatio, ut oratio autem brevis; postrema censoris oratio, qua anno duodequinquagesimo usus est. in his omnibus inest quidam sine ullo fuco veritatis color; quin etiam comprensio et ambitus ille verborum, si sic periodon appellari placet, erat apud illum contractus et brevis et in membra quaedam, quae kola Graeci vocant, dispertiebat orationem libentius. 
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                   traduzione 
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                   162 ?Costui che attendi? disse Bruto ?verr? un giorno, o gi? c'??? ?Non lo so? dissi. ?Ma di Crasso vi ? anche,
tenuto durante il consolato, un discorsetto in difesa di Quinto Cepione, come elogio non breve, ma troppo breve come
orazione; e l'ultima orazione ? quella da censore, che pronunci? all'et? di quarantotto anni. In tutte queste vi ? un colore
di naturalezza, senza alcun belletto; anzi, anche il collegamento e il giro delle parole, se si vuol chiamare cos? il
per?odos, era in lui serrato e conciso, e volentieri suddivideva il discorso in membri, che i greci chiamano Kola.? 
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