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                   Cicerone 
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                   Brutus, 244 
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                   originale 
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                   [244] Tum Atticus: tu quidem de faece, inquit, hauris idque iam dudum, sed tacebam; hoc vero non putabam, te usque ad Staienos et Autronios esse venturum. 
Non puto, inquam, existimare te ambitione me labi, quippe de mortuis; sed ordinem sequens in memoriam notam et aequalem necessario incurro. volo autem hoc perspici, omnibus conquisitis, qui in multitudine dicere ausi sint, memoria quidem dignos perpaucos , verum qui omnino nomen habuerint, non ita multos fuisse. sed ad sermonem institutum revertamur. 
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                   traduzione 
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                   244 A questo punto Attico disse: ?Tu attingi dalla feccia, e gi? da un pezzo, ma io me ne stavo zitto; per? proprio
non pensavo che saresti arrivato fino a gente come Staieno e Autronio?. ?Non credo? dissi ?che tu ritenga che io pecchi
di adulazione interessata, giacch? si tratta di mort?; ma seguendo l'ordine cronologico, mi imbatto per forza nei
rappresentanti di un periodo noto e contemporaneo. D'altra parte, una volta passati in rassegna tutti coloro che hanno
avuto l'ardimento di parla re di fronte a una folla, voglio che ci si renda conto di questo: che ben pochi, fra costoro,
furono davvero degni di memoria, e che nemmeno furono poi tanti quelli che si acquistarono un certo nome. Ma
riprendiamo il filo del discorso. 
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