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29/04/2002 23.12.31
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Orazio, Odi, I, 37
XXXVII Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus, nunc Saliaribus ornare puluinar deorum tempus erat dapibus, sodales. 5 Antehac nefas depromere Caecubum cellis auitis, dum Capitolio regina dementis ruinas funus et imperio parabat contaminato cum grege turpium 10 morbo uirorum, quidlibet impotens sperare fortunaque dulci ebria. Sed minuit furorem uix una sospes nauis ab ignibus, mentemque lymphatam Mareotico 15 redegit in ueros timores Caesar, ab Italia uolantem remis adurgens, accipiter uelut mollis columbas aut leporem citus uenator in campis niualis 20 Haemoniae, daret ut catenis fatale monstrum. Quae generosius perire quaerens nec muliebriter expauit ensem nec latentis classe cita reparauit oras, 25 ausa et iacentem uisere regiam uoltu sereno, fortis et asperas tractare serpentes, ut atrum corpore conbiberet uenenum, deliberata morte ferocior: 30 saeuis Liburnis scilicet inuidens priuata deduci superbo, non humilis mulier, triumpho.
37, per la sconfitta di Cleopatra Ora puoi bere, puoi il piede battere libero sulla terra; tornato, tornato ? ora il tempo di ornare, amici, l'ara degli dei con un banchetto da fare invidia ai Salii. Sacrilego prima sarebbe stato togliere il cecubo dalle cantine, finch? ebbra per l'onda della fortuna e in balia d'ogni speranza, con la sua accozzaglia d'uomini sfregiata dalle mutilazioni, quella regina impazzita minacciava di abbattere il Campidoglio e annientare l'impero. Ma una sola nave scampata alle fiamme vanifica il suo furore e alla cruda realt? riconduce Cesare quella sua mente sconvolta dal vino: come un cacciatore insegue sulle nevi di Tessaglia la lepre o come fra colombe smarrite incombe uno sparviero, la braccava, che fuggiva dall'Italia, forzando i remi per ridurre in catene il mostro del nostro destino. Ma lei, cercando morte con onore, come in cuor suo non era donna da temere la spada, non fugg? per mare a nascondersi in lidi lontani; lei serena in volto la sua citt? in rovina os? guardare e intrepida stringere in mano aspidi irritati per assorbire nelle sue vene il loro nero veleno, con l'orgoglio spietato di chi vuol morire: mai avrebbe subito che navi crudeli la trascinassero superbamente in trionfo, lei ch'era stata regina.
Trad. database progettovidio
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