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Bukowski
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Re: Traduzioni di Seneca
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Data:
01/05/2002 0.42.57
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Seneca, Lettere a Lucilio, 83 passim
[19] Refer Alexandri Macedonis exemplum, qui Clitum carissimum sibi ac fidelissimum inter epulas transfodit et intellecto facinore mori voluit, certe debuit. Omne vitium ebrietas et incendit et detegit, obstantem malis conatibus verecundiam removet; plures enim pudore peccandi quam bona voluntate prohibitis abstinent. [20] Ubi possedit animum nimia vis vini, quidquid mali latebat emergit. Non facit ebrietas vitia sed protrahit: tunc libidinosus ne cubiculum quidem expectat, sed cupiditatibus suis quantum petierunt sine dilatione permittit; tunc inpudicus morbum profitetur ac publicat; tunc petulans non linguam, non manum continet. Crescit insolenti superbia, crudelitas saevo, malignitas livido; omne vitium laxatur et prodit. [21] Adice illam ignorationem sui, dubia et parum explanata verba, incertos oculos, gradum errantem, vertiginem capitis, tecta ipsa mobilia velut aliquo turbine circumagente totam domum, stomachi tormenta cum effervescit merum ac viscera ipsa distendit.
19 Fai l'esempio di Alessandro Magno: durante un banchetto trafisse Clito, il suo pi? caro e fedele amico; quando si rese conto del suo delitto, voleva morire e certo avrebbe dovuto farlo. L'ubriachezza esaspera e mette a nudo tutti i vizi, cancella il pudore che fa da freno ai cattivi impulsi; ? la vergogna di fare il male pi? che la buona volont? a distogliere la maggior parte degli uomini da azioni illecite. 20 Quando l'animo ? in preda all'effetto violento del vino, tutta la malvagit? nascosta emerge. L'ubriachezza non origina i vizi, ma li mette in luce: ? allora che l'uomo libidinoso non aspetta nemmeno di entrare in camera da letto, ma soddisfa subito le sue voglie; che l'impudico rivela apertamente i suoi istinti morbosi; che l'insolente non tiene pi? a freno la lingua e le mani. Cresce la superbia dell'arrogante, la crudelt? del violento, la malevolenza dell'invidioso; ogni vizio viene fuori ingigantito. 21 C'?, inoltre, uno stato di incoscienza, un modo di esprimersi incerto e confuso, lo sguardo velato, il passo incerto, i giramenti di testa, l'ondeggiare del tetto come se un vortice facesse girare tutta la casa, il mal di stomaco, quando il vino fermenta e gonfia le viscere.
Trad. database progettovidio
Seneca, Lettere a Lucilio, 53 passim
[8] Quare vitia sua nemo confitetur? quia etiam nunc in illis est: somnium narrare vigilantis est, et vitia sua confiteri sanitatis indicium est. Expergiscamur ergo, ut errores nostros coarguere possimus. Sola autem nos philosophia excitabit, sola somnum excutiet gravem: illi te totum dedica. Dignus illa es, illa digna te est: ite in complexum alter alterius. Omnibus aliis rebus te nega, fortiter, aperte; non est quod precario philosopheris. [9] Si aeger esses, curam intermisisses rei familiaris et forensia tibi negotia excidissent nec quemquam tanti putares cui advocatus in remissione descenderes; toto animo id ageres ut quam primum morbo liberareris. Quid ergo? non et nunc idem facies? omnia impedimenta dimitte et vaca bonae menti: nemo ad illam pervenit occupatus. Exercet philosophia regnum suum; dat tempus, non accipit; non est res subsiciva; ordinaria est, domina est, adest et iubet.
8 Perch? nessuno ammette i propri difetti? Perch? vi ? ancora immerso: i sogni li racconta chi ? sveglio e cos? i propri vizi li ammette solo chi ? guarito. Destiamoci, dunque, e rendiamoci conto dei nostri errori. Ma solo la filosofia pu? destarci, pu? scuoterci dal nostro sonno profondo: dedicati a lei completamente, tu ne sei degno ed essa ? degna di te: stringetevi l'uno all'altra. Respingi tutto il resto con forza, apertamente; non ci si pu? dedicare alla filosofia di tanto in tanto. 9 Se tu fossi malato, avresti tralasciato la cura del patrimonio e dimenticato le attivit? forensi e non stimeresti nessuno tanto da acconsentire ad assumerti la sua difesa durante gli intervalli della malattia; cercheresti in ogni modo di liberarti quanto prima del tuo male. E allora? Non farai lo stesso anche adesso? Metti da parte ogni impedimento e dedicati alla saggezza: nessuno pu? arrivarvi se ha mille impegni. La filosofia esercita il suo potere; il tempo lo accorda lei, non lo riceve da noi; non ? un'attivit? accessoria, ma fondamentale; ? padrona, ci sta dappresso e ci comanda.
Trad. database progettovidio
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• Traduzioni di Seneca Re: Traduzioni di Seneca
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