Data:
01/05/2002 2.21.39
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Orazio, Odi, II, 3 Aequam memento rebus in arduis seruare mentem, non secus in bonis ab insolenti temperatam laetitia, moriture Delli, 5 seu maestus omni tempore uixeris seu te in remoto gramine per dies festos reclinatum bearis interiore nota Falerni. Quo pinus ingens albaque populus 10 umbram hospitalem consociare amant ramis? Quid obliquo laborat lympha fugax trepidare riuo? Huc uina et unguenta et nimium breuis flores amoenae ferre iube rosae, 15 dum res et aetas et Sororum fila trium patiuntur atra. Cedes coemptis saltibus et domo uillaque, flauus quam Tiberis lauit, cedes, et exstructis in altum 20 diuitiis potietur heres. Diuesne prisco natus ab Inacho nil interest an pauper et infima de gente sub diuo moreris, uictima nil miserantis Orci; 25 omnes eodem cogimur, omnium uersatur urna serius ocius sors exitura et nos in aeternum exilium impositura cumbae.
3, a Dellio Conserva la mente serena nel dolore e lontana da un'allegria sfrenata nella fortuna: ricordati, Dellio, verr? la morte: che tu viva sempre nella tristezza o che ogni giorno festivo, sdraiato in un campo solitario, goda del vino pi? vecchio. Un pino smisurato, un pioppo bianco s'ingegnano a intrecciare l'ombra accogliente dei rami? e l'acqua scorre fuggendo irrequieta in un ruscello tortuoso? Vedi che ti portino i vini, i profumi, il fiore elegante e troppo effimero della rosa, se la sorte, l'et? e il filo oscuro delle tre sorelle lo concedono. Dovrai lasciare ci? che possiedi: i pascoli, la villa che il Tevere biondo lambisce, la casa, tutto: e l'erede si godr? ogni ricchezza accumulata. Che tu sia nato ricco da famiglia reale o povero, e da gente oscura, senza un rifugio, non importa: la morte ? spietata. Spinti tutti allo stesso luogo, tutti il destino, che si agita nell'urna, ci attende un giorno sulla barca per l'esilio eterno.
Trad. database progettovidio
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