Data:
10/05/2002 17.52.05
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L'ode I, 4 ? gi? presente online.
Orazio, Odi, II, 10 [la traduzione ? in fondo al testo latino] X Rectius uiues, Licini, neque altum semper urgendo neque, dum procellas cautus horrescis, nimium premendo litus iniquom. 5 Auream quisquis mediocritatem diligit, tutus caret obsoleti sordibus tecti, caret inuidenda sobrius aula. Saepius uentis agitatur ingens 10 pinus et celsae grauiore casu decidunt turres feriuntque summos fulgura montis. Sperat infestis, metuit secundis alteram sortem bene praeparatum 15 pectus. Informis hiemes reducit Iuppiter, idem summouet. Non, si male nunc, et olim sic erit: quondam cithara tacentem suscitat Musam neque semper arcum 20 tendit Apollo. Rebus angustis animosus atque fortis appare; sapienter idem contrahes uento nimium secundo turgida uela.
10, a Licinio Se al largo tu non insisti a sfidare il mare e, nel timore di burrasche, per prudenza non rasenti il litorale e le sue insidie, meglio vivrai, Licinio. C'? una misura d'oro: chi la predilige evita cauto lo squallore di un tugurio in pezzi, e sobrio lo splendore di una reggia che suscita l'invidia. ? pi? facile che i venti scuotano un pino immenso, che crollino con maggior rovina le torri elevate e che colpiscano i fulmini la sommit? dei monti. Un animo temprato nelle avversit? spera un mutamento, nella buona fortuna lo teme. Giove ci assegna orribili inverni, ma ? lui stesso poi che li allontana. Non sar? sempre cos?, se oggi ti va male: capita che Apollo, senza tendere l'arco, svegli con la cetra la poesia che tace. Nelle angustie della vita mostrati dunque animoso, forte; e cos? tu stesso ammaina con saggezza le vele, quando troppo un vento in favore le gonfia.
Trad. database progettovidio
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