Data:
22/05/2002 0.41.00
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Anche Euridice sar? vostra, quando sino in fondo avr? compiuto il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono. Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo ? certo: io non me ne andr?: della morte d'entrambi godrete!?. Mentre cos? si esprimeva, accompagnato dal suono della lira, le anime esangui piangevano; Tantalo tralasci? d'afferrare l'acqua che gli sfuggiva, la ruota d'Iss?one s'arrest? stupita, gli avvoltoi pi? non rosero il fegato a Tizio, deposero l'urna le nipoti di Belo e tu, Sisifo, sedesti sul tuo macigno. Si dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima volta si bagnassero allora di lacrime le guance. N? ebbero cuore, regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera, e chiamarono Euridice. Tra le ombre appena giunte si trovava, e venne avanti con passo reso lento dalla ferita. Orfeo del R?dope, prendendola per mano, ricevette l'ordine di non volgere indietro lo sguardo, finch? non fosse uscito dalle valli dell'Averno; vano, se no, sarebbe stato il dono. In un silenzio di tomba s'inerpicano su per un sentiero scosceso, buio, immerso in una nebbia impenetrabile. E ormai non erano lontani dalla superficie della terra, quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla, l'innamorato Orfeo si volse: s?bito lei svan? nell'Averno; cerc?, s?, tendendo le braccia, d'afferrarlo ed essere afferrata, ma null'altro strinse, ahim?, che l'aria sfuggente.
Trad. database progettovidio
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