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...:::Bukowski:::...
cicerone   stampa
Data:
25/05/2002 3.08.06




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Cicerone riceve la notizia della morte di un amico

Eo die a Marcello digressus eram: ego in Boeotiam ibam, ille in Italiam navigaturus erat. Postero die, circiter hora decima, P. Postumius ad me venit et mihi nuntiavit M. Marcellum, collegam nostru, post cenae tempus a P. Magio Chilone pugione percussum esse et duo vulnera accepisse, unum in stomacho, alterum in capite. Medicus tamen sperabat eum victurum esse. Cum illuxit, ad Marcellum contendi. Non longe a Pireo puer obviam mihi venit cum codicillis in quibus scriptum erat paulo ante lucem Marcellum e vita excessisse. Ego tamen ad tabernaculum eius perrexi. Inveni duos libertos et paucos servos. Coactus sum in eadem illa lectica, qua ego ipse vectus eram, in urbe eum referre, ibique funus satis amplum ei faciendum curavi.

Quel giorno avevo salutato [lett. ero andato via da] Marcello: io mi recavo in Beozia, (mentre) lui era in procinto di salpare [navigaturus erat, perifrastica attiva] per l'Italia. Il giorno dopo, verso le 4 del pomeriggio [hora decima], P. Postumio venne a riferirmi [ad me venit et mihi nuntiavit ? un'endiadi che generalmente si "lega" in italiano: venne da me e mi rifer?] che M. Marcello, (appena) dopo pranzo, era stato ferito con un pugnale da P. Magio Chilone e che aveva ricevuto due (gravi) ferite, una all'altezza dello stomaco, l'altra all'altezza del capo. Il medico, tuttavia, sperava che egli ce l'avrebbe fatta a superare quella fase critica [parafrasi per "victurum esse"].
Non appena spunt? il giorno [cum illuxit, perf. di "illucesco"], corsi da Marcello. (Ma) non lontano dal Pireo, mi si fece incontro un giovane, con dei biglietti [codicillis] su cui era scritto che Marcello era spirato poco prima dell'alba. Io, ciononostante, mi affrettai [perrexi, perf. di "pergo"] (comunque) verso la sua dimora [tabernaculum]. (Vi) trovai due liberti e pochi schiavi. Fui risospinto in quella stessa lettiga, nella quale io stesso avevo viaggiato, e mi presi cura [curavi] di riportare la sua salma [lett. riportarlo] in citt?, e ivi di fargli avere un funerale davvero [satis, abbastanza] degno della sua persona [lett. ei].

Trad. Bukowski
  cicerone
 

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