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...:::Bukowski:::...
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cicerone natura divina
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Data:
25/05/2002 3.14.12
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Cicerone, De natura deorum, II, 154-155
Principio ipse mundus deorum hominumque causa factus est, quaeque in eo sunt, ea parata ad fructum hominum et inventa sunt. Est enim mundus quasi communis deorum atque hominum domus aut urbs utrorumque; soli enim ratione utentes iure ac lege vivunt. Ut igitur Athenas et Lacedaemonem Atheniensium Lacedaemoniorumque causa putandum est conditas esse omniaque, quae sint in his urbibus eorum populorum recte esse dicuntur, sic, quaecumque sunt in omni mundo, deorum atque hominum putanda sunt. [155] Iam vero circumitus solis et lunae reliquorumque siderum, quamquam etiam ad mundi cohaerentiam pertinent, tamen et spectaculum hominibus praebent; nulla est enim insatiabilior species, nulla pulchrior et ad rationem sollertiamque praestantior; eorum enim cursus dimetati maturitates temporum et varietates mutationesque cognovimus. Quae si hominibus solis nota sunt, hominum facta esse causa iudicandum est.
(Sin) dal principio, lo stesso universo fu creato per [causa + gen.] gli d?i e per gli uomini, e le cose che [ea? quae] si trovano in esso sono state escogitate [inventa] e predisposte [parata] per l'utilizzo (da parte) degli uomini [ad fructum hominum]. L'universo, infatti, ? - come dire [quasi] - comune dimora di d?i ed uomini, ovvero entrambi vi hanno cittadinanza [lett. citt? di entrambi]; soltanto gli esseri razionali [lett. coloro che soli utilizzano la ragione; "utens" part. agg. di "utor" regge l'abl.], infatti, vivono secondo norma e diritto. (E) dunque: come [ut?] si deve considerare che Atene e Sparta siano state fondate per Ateniesi e Spartani, e che ogni cosa si trovi in queste citt? si dice che giustamente appartenga a quei (due) popoli, cos? [? sic] si deve considerare (altrettanto rettamente) che ogni cosa si trovi in tutto l'universo appartenga agli d?i e agli uomini. Ad esempio [iam vero], le orbite [lett. "circumitus" (nel nostro caso pl. 4a) = "circuitus", percorso circolare, scientificamente diremmo appunto l' "orbita"] del sole e della luna e delle restanti stelle, sebbene pertengano soprattutto [etiam] alla logica meccanica [lett. coherentiam, compattezza] dell'universo, tuttavia offrono anche [et] uno spettacolo (sublime) agli uomini [s'intende: con le albe ed i tramonti]; non esiste, infatti, uno spettacolo [species] di cui non ci si sazi di pi?, pi? bello, e pi? adatto alla speculazione (scientifica) [rationem] e all'applicazione pratica [sollertiam]: infatti, determinate [dimitati] le orbite di quegli (astri), siamo riusciti a conoscere [lett. abbiamo conosciuto] i tempestivi ed alterni mutamenti di stagione. (Ebbene) se le suddette [lett. quelle] cose sono conosciute soltanto agli uomini, (a buon diritto) si deve arguire che sono state fatte (proprio ed esclusivamente) per gli uomini.
Trad. Bukowski
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