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cicerone finibus   stampa
Data:
25/05/2002 3.20.25




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Cicerone, De finibus, I, 19-20

[19] Deinde ibidem homo acutus, cum illud ocurreret, si omnia deorsus e regione ferrentur et, ut dixi, ad lineam, numquam fore ut atomus altera alteram posset attingere itaque ** attulit rem commenticiam: declinare dixit atomum perpaulum, quo nihil posset fieri minus; ita effici complexiones et copulationes et adhaesiones atomorum inter se, ex quo efficeretur mundus omnesque partes mundi, quaeque in eo essent. Quae cum tota res (est) ficta pueriliter, tum ne efficit [quidem], quod vult. nam et ipsa declinatio ad libidinem fingitur -- ait enim declinare atomum sine causa; quo nihil turpius physico, quam fieri quicquam sine causa dicere, -- et illum motum naturalem omnium ponderum, ut ipse constituit, e regione inferiorem locum petentium sine causa eripuit atomis nec tamen id, cuius causa haec finxerat, assecutus est. [20] Nam si omnes atomi declinabunt, nullae umquam cohaerescent, sive aliae declinabunt, aliae suo nutu recte ferentur, primum erit hoc quasi, provincias atomis dare, quae recte, quae oblique ferantur, deinde eadem illa atomorum, in quo etiam Democritus haeret, turbulenta concursio hunc mundi ornatum efficere non poterit. ne illud quidem physici, credere aliquid esse minimum, quod profecto numquam putavisset, si a Polyaeno, familiari suo, geometrica discere maluisset quam illum etiam ipsum dedocere. Sol Democrito magnus videtur, quippe homini erudito in geometriaque perfecto, huic pedalis fortasse; tantum enim esse censet, quantus videtur, vel paulo aut maiorem aut minorem.


[19] Poi, a questo stesso proposito, quell'ingegno acuto, accorgendosi che, se tutto si spostava verso il basso e, come ho detto, seguendo una linea retta, non si sarebbe mai potuto verificare l'urto di un atomo con l'altro, e quindi non era possibile la formazione dell'universo, introdusse un concetto nuovo: disse che il percorso dell'atomo subisce una lievissima deviazione, la pi? piccola possibile; cosi si producono le aggregazioni, i congiungimenti e le unioni degli atomi fra di loro, da cui derivano l'universo con tutte le sue parti e le cose in esso esistenti. Questo accorgimento, oltre che risultare nel complesso puerile, non raggiunge neppure l'intento. Infatti la deviazione stessa ? immaginata come arbitraria (dice che l'atomo devia senza causa, e per uno scienziato non c'? nulla di peggio che dire che un evento si verifica senza causa); e tolse agli atomi senza causa quel moto naturale di tutti i pesi, che, come egli stesso stabil?, si spostano verso il basso, senza tuttavia aver ottenuto lo scopo per cui aveva escogitato tale accorgimento. [20] Giacch?, se tutti gli atomi devieranno, nessuno mai di loro si unir?, o se alcuni devieranno ed altri a loro volont? si muoveranno in linea retta, in primo luogo ci? vorr? significare, per cos? dire, attribuire delle mansioni agli atomi, distinguendo quelli che si muovono in linea retta e quelli che si muovono obliquamente, e poi quel medesimo disordinato scontro di atomi, a cui si attiene anche Democrito, non potr? produrre questo splendido apparato dell'universo. Neppure questo ? degno di uno scienziato: credere che esista qualche cosa di piccolissimo. Certamente non avrebbe mai espresso tale opinione, se avesse voluto imparare la geometria dal suo intimo amico Polieno piuttosto che farla disimparare anche a quello. A Democrito il sole sembra grande, in quanto ? persona colta e dottissima in geometria; per costui forse ha il diametro di un piede: ritiene che sia grande quanto ne ha l'apparenza, poco pi? o poco meno.

Trad. database progettovidio
  cicerone finibus
 

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