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cicerone natura divina   stampa
Data:
25/05/2002 3.29.50




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Cicerone, La natura degli dei, III, 83-84 passim

Dionysius [?] cum fanum Proserpinae Locris expilavisset, navigabat Syracusas; isque cum secundissumo vento cursum teneret, ridens 'Videtisne', inquit, 'amici, quam bona a dis inmortalibus navigatio sacrilegis detur?' Atque homo acutus cum bene planeque percepisset, in eadem sententia perseverabat. Qui quom ad Peloponnesum classem appulisset et in fanum venisset Iovis Olympii, aureum ei detraxit amiculum grandi pondere, quo Iovem ornarat e manubus Carthaginiensium tyrannus Gelo, atque in eo etiam cavillatus est aestate grave esse aureum amiculum, hieme frigidum, eique laneum pallium iniecit, cum id esse ad omne anni tempus diceret. Idemque Aesculapi Epidauri barbam auream demi iussit; neque enim convenire barbatum esse filium, cum in omnibus fanis pater imberbis esset.

[84] Iam mensas argenteas de omnibus delubris iussit auferri, in quibus, quod more veteris Graeciae inscriptum esset BONORUM DEORUM, uti se eorum bonitate velle dicebat. Idem Victoriolas aureas et pateras coronasque, quae simulacrorum porrectis manibus sustinebantur, sine dubitatione tollebat eaque se accipere, non auferre dicebat; esse enim stultitiam, a quibus bona precaremur, ab is porrigentibus et dantibus nolle sumere.

Dionisio [?] dopo aver saccheggiato il tempio di Proserpina a Locri, navigava verso Siracusa, e poich? viaggiava con un vento molto favorevole, disse ridendo: "Vedete, amici, che buona navigazione gli dei immortali concedono ai sacrileghi?". E da uomo acuto che era, comprese bene e con chiarezza la verit?, e perseverava nella stessa convinzione. Approd? con la flotta nel Peloponneso, giunse al tempio di Giove Olimpio e gli sottrasse un mantello d'oro di grande peso con il quale il tiranno Gelone aveva ornato Giove grazie al ricavato della vendita del bottino dei Cartaginesi, e in questa occasione fece anche dello spirito, dicendo che il mantello d'oro era pesante d'estate e freddo d'inverno, e gli mise addosso un mantello di lana, dicendo che era adatto a ogni stagione. Inoltre fece togliere la barba d'oro di Esculapio a Epidauro, affermando che non si addiceva al figlio di portare la barba quando in tutti i templi il padre ne era privo. Poi fece portar via da tutti i templi le tavolette di argento sulle quali, secondo l'uso dell'antica Grecia, era scritto: "propriet? degli dei buoni", dicendo che voleva approfittare della loro bont?. Inoltre faceva asportare senza esitazione le piccole Vittorie d'oro e le coppe e le corone sorrette dalle mani tese delle statue, e diceva che non le portava via ma che le accettava, perch? ? follia pregare gli dei per ottenere benefici e quando ce li porgono e ce li offrono rifiutare di prenderli.

Trad. database Progetto Ovidio
  cicerone natura divina
 

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