Data:
25/05/2002 3.36.34
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Vegezio, Arte Militare, estratti
Neminem umquam credo potuisse dubitare aptiorem armis esse rusticam plebem, quae sub divo et in labore nutritur, solis patiens, umbrae neglegens, deliciarumignara, parvo contenta, duratis ad omnem laborum tolerantiam membris, cui etiam gestare ferrum, fossam ducere, onus ferre(portare) consuetudo de rure(che deriva dalla campagna) est. Interdum tamen necessitas exigit etiam urbanos ad arma compelli. Hi, ubi nomen dedere militiae, primum laborare, decurrere, portare pondus et solem pulveremque ferre (sopportare) condiscant. Ad usum armorum erudiantur et, si longior expeditio emergit (si deve fare), in agrariis (nelle stazioni militari in campagna) plurimum detinendi sunt proculque habendi a civitatis inlecebris, ut eo modo vigor accedat et corporibus eorum et animis. Ex agris ergo praecipue supplendum est robur exercitus; nescio quomodo enim minus mortem timet qui minus deliciarum novit in vita.
Credo che nessuno potrebbe mai mettere in dubbio (il fatto) che il popolo contadino sia abbastanza adatto alla vita militare: esso "si forma" [lett. si nutre] all'aria aperta ["sub divo" ? espressione idiomatica: lett. sotto il cielo (aperto)] e nella fatica, sopporta l'arsura [lett. paziente del sole: qui e nei sintagmi successivi rendo con verbi gli aggettivi, per una maggiore scorrevolezza], non gl'interessa il refrigerio, ignora le comodit?, si accontenta del poco, le sue membra sono temprate ad ogni (tipo di) tolleranza delle fatiche, ? abituato [consuetudo est cui, propriamente riferito a "tolerantiam"], secondo l'uso che deriva dalla campagna, anche a impugnare un'arma, a scavare una trincea, a sopportare un peso.
Talvolta, tuttavia, la necessit? richiede che anche i membri della popolazione urbana [perifrasi per "urbanos"] siano chiamati [il termine "compelli" oscilla tra "essere chiamato" ed "essere costretto"] alle armi. Costoro, quando si arruolano [ovvero, si direbbe oggi, "sotto la naia"], imparano bene innanzitutto a faticare, a fare manovre ["decurrere" ?, qui, gergo militare], a trasportare un peso e a sopportare il sole (cocente) e la polvere. Vengono addestrati all'uso delle armi e qualora si debba fare una missione pi? lunga, devono essere rinchiusi per lo pi? nelle stazioni militari in campagna, e lontano dalle attrattive della citt?, affinch? - in tal modo - si rinvigoriscano e nel corpo e nell'animo [lett. il vigore si accresca sia ai loro corpi?].
Dalla vita campestre [ex agris], dunque, dev'essere soprattutto reclutato il nerbo [robur, in senso figurato: ovvero la parte pi? forte] dell'esercito. Non so perch? [lett. come], infatti, (ma) teme di meno la morte chi di meno, in vita, ha conosciuto ["novi" ? perfetto di "nosco"; lo si pu? intendere anche come "perfetto logico", e dunque se qui lo si traduce (anche) col presente "conosce" non si cade in errore] le comodit?.
Trad. Bukowski
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