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vitruvio   stampa
Data:
25/05/2002 3.40.08




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Vitruvio, L'architettura, II, 8/17 [la traduzione, data la frequenza piuttosto alta di termini tecnici e il risaputo laconismo di Vitruvio, sar? in moltissimi punti libera]

in ea autem maiestate urbis et civium infinita frequentia innumerabiles habitationes opus est explicare. ergo cum recipere non possent areae planatae tantam multitudinem ad habitandum in urbe, ad auxilium altitudinis aedificiorum res ipsa coegit devenire. itaque pilis lapideis structuris testaceis parietibus caementiciis altitudines extructae et contignationibus crebris coaxatae cenaculorum ad summas utilitates perficiunt dispertittiones. ergo moenibus e contignationibus variis alto spatio multiplicatis populus Romanus egregias habet sine inpeditione habitationes.

Dunque, in una citt? cos? grande (come Roma), data la densit? [frequentia] molto alta [infinita] degli abitanti, ci si trova nella necessit? [opus est, ? necessario] di costruire abitazioni in gran numero. E visto che le zone spianate non bastano a soddisfare l'enorme richiesta d'alloggi in citt?, il problema si deve risolvere optando di costruire le case in altezza [la trad. dev'essere giocoforza "libera"; tuttavia il senso ? chiaro: in orizzontale non era pi? possibile espandersi: mancava spazio; bisognava scegliere la soluzione di case a pi? piani, e dunque costruire in verticale].
E cos?, costruendo in altezza, con l'ausilio di strutture di pietra e con muri cementati di mattoni bruciati e pietre scheggiate (di volta), e tenute insieme da fitte travate di legno (che si dispongono su pi? piani), si ottengono nello spazio superiore eccellenti sale da pranzo [tant'? vero che "cenaculum", sala da pranzo, and? ad indicare proprio il piano superiore].
Il popolo di Roma, grazie a tale sviluppo delle stanze in altezza per mezzo di travate in legno [ovvero di pavimenti in legno che separano i piani], dispone di egregie e comode [sine impeditione] abitazioni.

Trad. Bukowski
  vitruvio
 

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