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...:::Bukowski:::...
seneca - terremoti   stampa
Data:
25/05/2002 3.51.32




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Seneca, Naturales quaestiones.

Maxima ergo causa est,propter quam terra moveatur, spiritus natura citus et locum e loco mutans.Hic,quamdiu non impellitur et in vacanti spatio latet, iacet innoxius nec circumiectis molestus est;ubi illum extrinsecus superveniens causa sollicitat compellitque et in artum agit, si licet adhuc, cedit tantum et vagatur;ubi erepta discedendi facultas est et undique obsistitur,tunc <<magno cum murmure montis circum claustra>> fremit. Quae diu pulsata convellit ac iactat, eo acrior,quo cum mora valentiore luctatus est. Deinde, cum circa perlustravit omne quo tenebatur, nec potuit evadere, inde, quo maxime impactus est, resilit at aut per occulta dividitur ipso terrae motu raritate facta, aut per novum vulnus emicuit; ita eius non potest vis tanta cohiberi nec ventum tenet ulla compages. Solvit enim quodcumque vinculum et onus omne fert secum infususque per minima laxamentum sibi parat et indomita naturae potentia liberat se, utique cum concitatus sibi ius suum vindicat. Spiritus vero invicta res est; nihil erit quod <<lunctantes [suppongo luctantes] ventos tempestatesque sonoras / imperio premat ac vinclis et carcere frenet>>

L'aria [spiritus], che secondo la sua natura si sposta velocemente da un luogo all'altro [lett. ? veloce e si sposta da luogo a luogo], ? dunque la causa principale dei terremoti [lett. ?causa per la quale la terra si muove]. L'aria [hic, poich? "spiritus" ? maschile], fin quando non ? compressa e si nasconde (sottoterra) in uno spazio vuoto, giace innocua, n? risulta molesta a ci? che le sta intorno [circumiectis]; ma quando, dall'esterno, sopraggiunge un motivo (naturale) [causa] che la sollecita e la comprime e, se ci ? lecito dir cos? [si licet adhuc], la fa "fremere nello stretto" [in artum agit], si divincola [ho tradotto cos? liberamente "cedit"] e comincia ad espandersi; qualora vien dato libero sfogo alla sua facolt? di espandersi ovunque [ubi facultas discedendi erepta est (lett. viene liberata)] e trova da ogni parte resistenza, allora scuote "la barriera del monte con grande rumore d'intorno" [credo sia una citazione da Virgilio].
L'aria [qui Seneca usa il femminile], sollecitata a lungo, si divincola e tende a fuoriuscire [iactat], con tanto maggior forza quanto maggiore [valentiore] ? l'ostacolo [mora] che trova [ci? per effetto della pressione]. Quindi, dopo aver percorso tutt'intorno lo spazio in cui era costretta [ovvero, si forma un mulinello d'aria], non potendo fuoriuscire, viene risucchiata [resilit, lett. si ritrae] nella zona in cui soprattutto era avvenuta la pressione [impactus est], e da l? o si disperde attraverso le crepe interne [per occulta] generate [facta] dallo stesso terremoto, o si sprigiona [emicuit] attraverso una nuova fenditura [vulnus]; in effetti [ita], la sua forza non pu? essere arrestata n? alcun baluardo [compages] (naturale o umano) pu? bloccare l'impeto del (suo) soffio [ventum]. Essa si sottrae [lett. solvit, scioglie], infatti, ad ogni vincolo, e trascina ogni cosa [lett. peso] con s?, e diffondendosi in mille rivoli [per minima] si crea uno slargo [parat sibi laxamentum] (dove) l'indomita potenza della natura si sprigiona e, in questa furia [concitatus], fa valere del tutto [utique] la propria supremazia [lett. si rivendica il suo proprio diritto a se stessa; ma la traduzione dev'essere forzatamente "letteraria"].
In effetti, (la potenza del)l'aria non pu? essere sconfitta [l'aria ? una cosa invitta]; nulla ci potr? mai essere "a domare, o tantomeno a serrare [frenet vinclis (con vincoli) et carcere (con una prigione)] lo sfuriare dei venti [lett. i venti che lottano] e le tempeste risonanti".

Trad. Bukowski
  seneca - terremoti
 

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