Data:
25/05/2002 4.42.19
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Curzio Rufo, Storia di Alessandro Magno, III passim
alexander phalangem,qua nihil apud macedonas validius erat,in fronte constituit.dextrum cornu nicanor,parmenionis filius,tuebatur huic proximi stabant coenos,perdiccas et meleager, sui quisque agminis duces.in laevo,quod ad mare pertinebat,craterus et parmenio erant.equites ab utroque cornu locati.ante hanc aciem posuerat funditorum manum;thraces quoque et cretenses ante agmen ibant et ipsi leviter armati.at his,qui iugum montis insederant,agrianos opposuit.iam in cospectu,sed extra teli iactum utraque acies erat,cum priores persae incond itum et trucem sustulere clamorem.
Alessandro dispose la falange - rispetto alla quale nulla i Macedoni avevano di pi? forte (da schierare in guerra) - in assetto frontale di battaglia. Nicanore, figlio di Parmenione, si occupava dell'ala destra; vicino a lui stavano Ceno, perdicca e Meleagro, ognuno a capo della propria schiera. Sul fronte destro, che guardava al mare, c'erano Cratero e Parmenio. La cavalleria era schierata su entrambi i lati. Davanti ad essa, aveva disposti i frombolieri [la frombola, ovvero la fionda, era un'arma di getto]. Anche i Traci e i Cretesi sopravanzavano l'esercito, armati alla leggera. Davanti a costoro, che avevano occupato il giogo montano, mise gli Agriani. Quando entrambi gli eserciti erano oramai in vista (l'uno dell'altro), ma ancora non a tiro di giavellotto, i Persiani per primi lanciarono l'inaudito, terribile grido di battaglia.
Trad. Bukowski
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