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06/01/2003 16.25.06




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Ho fatto queste due versioni e vi chiedo gentilmente di darmi qualche suggerimento, apportare qualche modifica, fare alcune correzioni (se necessario).

NATURA SEQUENDA EST
Naturam sequamur et ab omni, quod abhorret ab oculorum auriumque approbatione fugiamus. Duo maxime sunt fugienda, ne quid effeminatum aut molle et ne quid durum aut rusticum sit. Retinenda est verecundia, praesertim natura ipsa magistra et duce. Cum autem pulchritudinis duo genera sint, quorum in altero venustas sit, in altero dignitas, venustatem muliebrem ducere debemus, dignitatem virilem. Ergo a forma removeatur omnis viro non dignus ornatus. Formae autem dignitas coloris bonitate tuenda est, color exercitationibus corporis. Adhibenda praeterea munditia est non odiosa neque exquisita nimis, tantum quae fugiat agrestem et inhumanam neglegentiam. Eadem ratio est habenda vestitus, in quo, sicut in plerisque rebus, mediocritas optima est. Motus autem animorum duplices sunt; alteri cogitationis, alteri appetitus. Cogitatio in vero exquirendo maxime versatur, appetitus impellit ad agendum. Curandum est igitur, ut cogitatione ad res quam optimas utamur, appetitum rationi oboedientem praebeamus.

Noi dobbiamo prendere per guida la natura ed evitare tutto ci? che pu? offendere gli occhi e gli orecchi. Dobbiamo soprattutto guardarci da due difetti: da una effeminata mollezza e da una scontrosa villania. Bisogna osservare la pudicizia, tanto pi? che la natura stessa ne ? maestra e guida. Vi sono due specie di bellezza: l'una ha in s? la grazia, l'altra la dignit?. Dobbiamo perci? apprezzare la grazia propria della donna e la dignit? propria dell'uomo. Si tenga dunque lontano dalla nostra persona ogni ornamento non degno dell'uomo. La nobilt? dell'aspetto si manterr? con la freschezza del colorito, ed il colorito con gli esercizi del corpo. Si ami inoltre la pulizia, non affettata n? ricercata, ma quanto basta per schivare la rustica e incivile trascuratezza. La stessa cura dobbiamo avere anche nel vestire; in questo come nella maggior parte delle cose, la via di mezzo ? la migliore. I moti dell'animo, poi, sono di due specie: alcuni del pensiero, altri del sentimento; il pensiero ha per fine supremo la ricerca della verit?; il sentimento ci spinge all'azione. Dobbiamo dunque cercare di rivolgere il pensiero al conseguimento dei pi? alti e nobili ideali, e di rendere docile il sentimento al controllo della ragione.

ROMANI BARBAROS IN FUGAM CONICIUNT
Milites quod iussi sunt faciunt, ac subito omnibus portis eruptione facta neque cognoscendi quid fieret neque sui colligendi hostibus facultatem relinquunt. Ita commutata fortuna eos qui in spem potiendorum castrorum venerant undique circumventos intercipiunt, et ex hominum milibus amplius XXX, quem numerum barbarorum ad castra venisse constabat, plus tertia parte interfecta reliquos perterritos in fugam coniciunt ac ne in locis quidem superioribus consistere patiuntur. Sic omnibus hostium copiis fusis armisque exutis se intra munitiones suas recipiunt. Quo proelio facto, quod saepius fortunam temptare Galba nolebat atque alio se in hiberna consilio venisse meminerat, aliis occurrisse rebus videbat, maxime frumenti commeatusque inopia permotus postero die omnibus eius vici aedificiis incensis in provinciam reverti contendit, ac nullo hoste prohibente aut iter demorante incolumem legionem in Nantuates, inde in Allobroges perduxit ibique hiemavit.

I legionari eseguono cio che ? stato comandato loro e si lanciano immediatamente all'attacco da tutte le porte, senza lasciare al nemico la possibilit? di capire che cosa stesse accadendo o di riorganizzarsi. Cos?, capovolte le sorti, accade che i nemici, gi? sicuri di aver in pugno l'accampamento (romano), vengono invece circondati da ogni parte e uccisi. Degli oltre trentamila uomini, tanti risultavano i barbari che avevano partecipato all'assedio dell'accampamento romano, i nostri ne uccidono pi? di un terzo, costringendo alla fuga gli altri, in preda al panico, senza permettere loro neppure di attestarsi sulle alture. Cos?, messe in rotta ed obbligate a deporre le armi armi le forze nemiche, (i legionari) si ritirano nelle proprie fortificazioni. Dopo la battaglia, Galba non voleva mettere ulteriormente alla prova la fortuna, si ricordava di aver posto i quartieri d'inverno con ben altre intenzioni e vedeva di essere incorso in circostanze ben diverse. Perci?, spinto soprattutto dalla mancanza di grano e di viveri, il giorno successivo diede fuoco a tutti gli edifici del villaggio e si incammin? sulla via del ritorno, verso la provincia; senza che il nemico gli sbarrasse la strada o ne rallentasse la marcia, guid? la legione nei territori dei Nantuati e, quindi, (in quelle) degli Allobrogi dove pass? l'inverno.
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