Marco Emilio EMILIANO (253). 
Abile generale veterano contro i Sasanidi, ferma i Visigoti, e promette alle truppe l'oro che
 Gallo ha promesso ai Visigoti facendosi proclamare Imperatore. 
Scende in Italia e sconfigge l'Imperatore Trebonio Gallo a Interamma (VIII 253). Entra a Roma ma
 pochi mesi dopo deve fronteggiare l'arrivo di Valeriano presso Spoleto, dove è
 abbandonato e ucciso dai suoi stessi soldati. 
 
 Publio Licinio VALERIANO (253-260). 
Sessantenne senatore e governatore della Germania, giunge tardi in aiuto di Trebonio Gallo 
 ed è acclamato Imperatore dalle legioni di Gallia e Germania (X 253), alle quali si
 uniscono quelle di Mesia già per Emiliano. 
  Ricrea la III Augusta in Africa, agli ordini del proconsole. Associa al trono 
  il figlio Gallieno, porta la guerra contro i Sasanidi che hanno preso Antiochia 
  (256) ma presso Edessa (in Siria) è sconfitto e catturato dal re dei 
  re Sciahpur I "Il Conquistatore" che lo umilia e fa morire (260). 
 
 Publio Licinio Egnazio GALLIENO (253-268). 
Associato al trono dal padre Valeriano (X 253), governa solo l'Italia, dispone delle legioni I
 Adiutrix, II Italica, III Italica (riceve l'epitero Pia Fedelis), X Gemina e XXII Primigenia,
 e compie le seguenti riforme militari: 
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     I comandi: 
 Sostituisce i legati legionis senatoriali con praefectus legionis scelti tra
 gli equites che provengono dalla carriera militare. 
 Toglie ai senatori anche il governo della province.
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     La cavalleria: 
 Crea reparti autonomi di cavalleria riunendo promoti (cavalieri delle legioni),
 cavalieri Mauri ed Illirici. Aumenta a 726 i cavalieri nelle legioni (6 volte più
 numerosi). 
 Un'importante riserva è posta a Milano agli ordini del Comandante di Cavalleria che
 diviene la carica più importante dell'impero dopo l'imperatore.
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     La fanteria: 
 Arruola vexillationes autonome (1.000 uomini), specie di Illirici, e più barbari
 tra gli auxila, specialmente arcieri, frombolieri e fanti leggeri.
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Tutte le province sono invase o in mano a ribelli, chiamati i "30 tiranni":
 
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     In Mauretania Tigrana, Mauretania Cesariense e Numidia si intensificano le scorrerie dei
 Mauri, dei Baquati e dei montanari chiamati "Quinquegeziani" (253-262).
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     Nei Balcani prosegue l'invasione dei Goti che saccheggiano la Macedonia, l'Acaia e giungono a
 Tessalonica (254-260).
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     La Gallia è invasa dai Franchi che proseguono poi in Spagna (258) e sono infine
 cacciati da Gallieno.
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     In Mesia le truppe si ribellano ed eleggono governatore Ingenuo (258), sconfitto da Gallieno.
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     La Rezia è invasa dagli Alemanni, che penetrano nella pianura Padana e sono sconfitti
 presso Milano da Gallieno (259), al quale è elevato un arco di Trionfo. Le cronache
 indicano 10.000 Romani contro 100.000 Alemanni. Parte degli sconfitti divengono auxilia.
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     La Grecia è in mano al ribelle Valente "Il Tessalonico" che è sconfitto da
 Pisone, il quale si proclama a sua volta imperatore.
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     Gli "Agri Decumates" sono occupati dagli Alemanni (260) e definitivamente persi per
 Roma.
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     In Mesia le truppe si ribellano nuovamente e acclamano imperatore il dacio Quinto Nonio
 Regilliano (260). L'anno seguente lo uccidono ed acclamano Aureolo. Gallieno lo riconosce ma
 poi gli invia contro Macriano che lo sconfigge (261), si ribella a sua volta ed è
 sconfitto in Illiria da Galliano (261).
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     In Gallia Marco Cassiano Latinio Postumo comandante delle legioni si ribella e si dichiara
 "Imperatore delle Gallie" (261) con la legione I Minervia (renana).
 Postumo condanna a morte Salonino, figlio di Gallieno, riunisce sotto il suo governo anche
 la Spagna e la Britannia, respinge i Germani oltre il Reno ed è soprannominato
 "Germanico Massimo". Il suo regno (9 anni) risulta il più lungo tra quelli dei 24
 "Imperatori Militari".
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     In Siria si ribella il generale Ballista che eleva imperatore (261) Caio Fulvio Quieto
 (figlio di Macriano), ma sono entrambi assediati in Hemesa e giustiziati (262) da P. Settimio
 Odenato che ottiene il titolo di dux orinetalis (264). 
 Odenato si ribella a sua volta e si dichiara "Principe di Palmira", poi "Augusto" (265)
 ottenendo il riconoscimento da Gallieno. Dopo il suo assassino (267) il governo è
 assunto dalla moglie Zenobia.
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     In Egitto il prefetto Emiliano si auto-proclama imperatore (262-265) ma è abbandonato
 dai suoi al generale Teodoto e giustiziato a Roma.
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     L'Asia Minore è invasa da Borani ed Eruli che forzano il Bosforo, raggiungono Cipro,
 Corinto, Argo, Sparta e Atene.
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     In Africa il tribuno Celso si proclama Imperatore ma è ucciso sette giorni dopo.
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     La Bitinia e la Sicilia sono infestate da briganti.
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     Le coste della Britannia e della Gallia vedono l'intensificarsi delle scorrerie dei Sassoni
 (268-282).
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     A Milano il comandante di cavalleria Acilio Aureolo si ribella e si dichiara imperatore con
 l'appoggio di Postumo imperatore delle Gallie. 
 Gallieno interrompe la campagna nei Balcani contro i Goti e lo assedia a Milano ma durante
 l'assedio viene assassinato da una congiura guidata dai propri generali L. Domizio Aureliano e
 M. Aurelio Claudio (VII 268), questo è proclamato imperatore dalle truppe.
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A Roma riedifica il tempietto a Minerva Medica ed erige un arco di trionfo.  |