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Ovidio


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Tacito
Storie I, 22
 
originale
 
[22] Non erat Othonis mollis et corpori similis animus. et intimi libertorum servorumque, corruptius quam in privata domo habiti, aulam Neronis et luxus, adulteria, matrimonia ceterasque regnorum libidines avido talium, si auderet, ut sua ostentantes, quiescenti ut aliena exprobrabant, urgentibus etiam mathematicis, dum novos motus et clarum Othoni annum observatione siderum adfirmant, genus hominum potentibus infidum, sperantibus fallax, quod in civitate nostra et vetabitur semper et retinebitur. multos secreta Poppaeae mathematicos pessimum principalis matrimonii instrumentum, habuerant: e quibus Ptolemaeus Othoni in Hispania comes, cum superfuturum eum Neroni promisisset, postquam ex eventu fides, coniectura iam et rumore senium Galbae et iuventam Othonis computantium persuaserat fore ut in imperium adscisceretur. sed Otho tamquam peritia et monitu fatorum praedicta accipiebat, cupidine ingenii humani libentius obscura credendi. nec deerat Ptolemaeus, iam et sceleris instinctor, ad quod facillime ab eius modi voto transitur.
 
traduzione
 
22. L'animo di Otone, a differenza del corpo, era tutt'altro che fiacco. Inoltre i liberti e gli schiavi a lui pi? intimi, avvezzi a un clima di corruzione inconcepibile in una casa privata, gli buttavano sotto gli occhi vogliosi la corte di Nerone, i suoi sfarzi, gli adulterii, i matrimoni e le altre depravazioni della regalit?: era tutto suo, se osava; destinato ad altri, se restava inattivo. In aggiunta, le pressioni degli astrologi, che garantivano, dall'osservazione delle stelle, nuovi sconvolgimenti e un anno di gloria per Otone: razza di gente infida ai potenti, fallace per gli ambiziosi, sempre proscritta da Roma, ma che qui sempre vedremo insediata. Gli appartamenti privati di Poppea avevano ospitato molti astrologi, laido arredo alle nozze col principe. Uno di questi, Tolemeo, compagno di Otone in Spagna, gli aveva garantito la sopravvivenza a Nerone e, forte della credibilit? dei fatti, sulla base delle proprie congetture e delle ciance di quanti commisuravano la vecchiezza di Galba alla giovinezza di Otone, era riuscito a persuaderlo che sarebbe assurto all'impero. Predizioni che Otone accoglieva come frutto di capacit? profetiche e avvertimento del destino: tanto ? il bisogno naturale dell'uomo a credere, specie al mistero. Tolemeo gli stava addosso e ormai lo istigava a quel delitto, cui ? tanto facile passare, quando, come Otone, lo si desidera.
 

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