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Letteratura Latina

--- età pre-ciceroniana ---

 

Età pre-ciceroniana.

Per esigenza espositiva, abbiamo inteso quale "età preciceroniana" il periodo storico-politico-letterario che comprende, secondo lo schema tracciato in "cronologia", l'

- età precedente all' "ellenizzazione": comprende le forme letterarie "indigene" o di origine italica che si affermano prima dell'incontro di Roma con la cultura greca. Cronologicamente giunge fino alle soglie del II sec. a.C.;

- età dell' "ellenizzazione" (o degli Scipioni): comprende il II sec. a.C.. Vede l'affermarsi di una nuova letteratura, nata dall'incontro della cultura indigena con quella greca, già matura e raffinata. E' dominata dall'attività mediatrice degli Scipioni e dalle figure di Ennio, Plauto e Terenzio.


Breve profilo.
Le più antiche forme letterarie indigene sono rintracciabili nella lirica religiosa (carmen saliare), nella celebrazione degli antenati (carmina ed elogi funebri che stanno all'origine della storiografia latina), nell'organizzazione giuridica (leggi delle XII Tavole), nella storiografia (annales redatti dai pontefici massimi) e in forme teatrali come l'atellana, assimilabile alla Commedia dell'Arte.
L'anno convenzionale di nascita della letteratura latina vera e propria è il 240 a.C., quando Livio Andronico, uno schiavo di lingua greca portato da Taranto a Roma, tradusse e adattò per le scene romane, dietro incarico del Senato, un testo teatrale greco. Seguirono, sempre a opera sua, altri rifacimenti di tragedie e commedie greche. Ma Andronico ha soprattutto il merito di aver tradotto, adottando il verso italico (saturnio), l'Odissea di Omero.
Il campano Gneo Nevio fu il primo scrittore italico. Scrisse un poema epico in saturni sulla prima guerra punica (Bellum poenicum), inaugurando il poema epico di argomento nazionale, in cui l'elemento mitico si fondeva con quello storico. Fu inoltre il primo a scrivere drammi di argomento romano (fabula praetexta) oltre a commedie di grande successo sulla falsariga di quelle greche. Fondamentale nell'età arcaica fu Quinto Ennio soprattutto per i suoi Annales, poema appassionato e vigoroso nel quale la storia di Roma e delle sue conquiste è narrata in esametri dattilici, adattati con successo alla lingua latina. Ennio offrì il modello linguistico dell'epica romana fino a Virgilio. Delle opere di questi primi scrittori rimangono solo frammenti giuntici attraverso le citazioni di altri autori. Abbiamo invece 21 commedie di Plauto, il più originale manipolatore di commedie greche per adattarle alla sensibilità latina, e insieme il più grande innovatore nel campo della lingua latina, resa brillante anche attraverso il gioco continuo dell'allitterazione. La sua opera interpreta una società ancora unitaria nell'etica e nella cultura.
Dopo di lui la cultura cominciò a divaricarsi anche per il crescente peso del mondo greco-ellenistico, che aveva il suo centro più vitale ad Alessandria. A Roma, nel cosiddetto "circolo degli Scipioni", con la figura centrale di Scipione Emiliano e con la presenza di Terenzio e dei greci Polibio e Panezio, venne elaborata una mediazione tra la cultura etico-estetica dell'ellenismo da un lato e la virtus e il senso realistico dei romani dall'altro; e prese forma una concezione neostoica della vita, di tipo aristocratico, che per lungo tempo costituì l'ideologia della classe dirigente romana.
L'africano Terenzio, uno dei due grandi nomi del teatro latino insieme a Plauto, servì da modello a gran parte delle commedie europee fino all'età moderna. Egli propose una sensibilità morale così nuova e moderna da apparire ostico al pubblico romano. Latino di Tuscolo era invece Catone, il primo maestro della prosa latina, che espresse nelle Origines l'ideologia politica della confederazione italica e nel De agricoltura (giuntoci per intero) la mentalità sociale dei contadini italici. La dimensione individualistica e per certi aspetti autobiografica si configura per la prima volta con le Satire di Lucilio, anch'egli legato al "circolo degli Scipioni".
Del periodo compreso tra Catone e Cicerone non ci è giunta nessuna opera completa, anche se i fermenti culturali furono vivi, specie nell'ambito teatrale (Pacuvio, Accio, Afranio) e nella storiografia (in particolare Sisenna, continuato da Sallustio).

[fonte profilo: http://www-sci.uni-klu.ac.at/archeo/kunst/91litera.htm]


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