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autore
brano
 
Tacito
Storie I, 33
 
originale
 
[33] Festinandum ceteris videbatur antequam cresceret invalida adhuc coniuratio paucorum: trepidaturum etiam Othonem, qui furtim digressus, ad ignaros inlatus, cunctatione nunc et segnitia terentium tempus imitari principem discat. non expectandum ut compositis castris forum invadat et prospectante Galba Capitolium adeat, dum egregius imperator cum fortibus amicis ianua ac limine tenus domum cludit, obsidionem nimirum toleraturus. et praeclarum in servis auxilium si consensus tantae multitudinis et, quae plurimum valet, prima indignatio elanguescat. proinde intuta quae indecora; vel si cadere necesse sit, occurrendum discrimini: id Othoni invidiosius et ipsis honestum. repugnantem huic sententiae Vinium Laco minaciter invasit, stimulante Icelo privati odii pertinacia in publicum exitium.
 
traduzione
 
33. Gli altri erano per intervenire subito e impedire l'estendersi di una rivolta di pochi, ancora debole: ci?, argomentavano, avrebbe disorientato anche Otone; altrimenti questi, che pure si era dileguato furtivamente e s'era presentato a uomini che non lo conoscevano, grazie all'esitazione e alla vilt? di avversari capaci solo di perdere tempo, avrebbe avuto l'occasione di imparare a far la parte di principe. Non bisognava aspettare che Otone, assicuratosi l'appoggio dei pretoriani, invadesse il foro e, sotto gli occhi di Galba, salisse sul Campidoglio, mentre un nobile imperatore coi suoi intrepidi amici si barricava dentro la soglia di casa, deciso, s'intende, a sostenere l'assedio. Aiuto decisivo poi quello degli schiavi, quando l'appoggio di tutta questa gente e, ci? che pi? conta, l'indignazione iniziale comincer? a raffreddarsi! In conclusione, una soluzione vile ? soluzione insicura; e se ? inevitabile soccombere, non resta che affrontare il pericolo: ci? avrebbe prodotto maggiore risentimento contro Otone e avrebbe costituito un gesto onorevole per loro. Poich? Vinio si opponeva a questa proposta, Lacone lo affront? minaccioso, sobillato, nel suo accanito odio personale da Icelo, a imboccare la via della rovina dello stato.
 

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