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brano
 
Tacito
Annali IV, 14
 
originale
 
[14] Is quoque annus legationes Graecarum civitatium habuit, Samiis Iunonis, Cois Aesculapii delubro vetustum asyli ius ut firmaretur petentibus. Samii decreto Amphictyonum nitebantur, quis praecipuum fuit rerum omnium iudicium, qua tempestate Graeci conditis per Asiam urbibus ora maris potiebantur. neque dispar apud Coos antiquitas, et accedebat meritum ex loco: nam civis Romanos templo Aesculapii induxerant, cum iussu regis Mithridatis apud cunctas Asiae insulas et urbes trucidarentur. variis dehinc et saepius inritis praetorum questibus, postremo Caesar de immodestia histrionum rettulit: multa ab iis in publicum seditiose, foeda per domos temptari; Oscum quondam ludicrum, levissimae apud vulgum oblectationis, eo flagitiorum et virium venisse ut auctoritate patrum coercendum sit. pulsi tum histriones Italia.
 
traduzione
 
14. Anche quest'anno vide le delegazioni di comunit? greche: chiedevano la conferma dell'antichissimo diritto di asilo per il tempio di Giunone a Samo e di Esculapio a Coo. I Samii si facevano forti di un decreto degli Anfizioni, investiti della massima autorit? di giudicare su tutto, nel tempo in cui i Greci, fondate citt? in Asia, ne controllavano la fascia costiera. Altrettanto antichi erano i diritti dei Coi, che vantavano, in aggiunta, un merito particolare derivante dal luogo: avevano infatti accolto nel tempio di Esculapio i cittadini romani, quando, per ordine del re Mitridate, dovevano essere trucidati in tutte le isole e le citt? d'Asia. Dopo ripetute e spesso inutili lagnanze dei pretori, Cesare si risolse a relazionare sulla licenziosit? dei mimi: molti dei loro spettacoli provocavano disordini pubblici e suscitavano scandali in ambienti privati; e la farsa osca di un tempo, che riscuoteva un men che mediocre successo tra la folla, aveva toccato livelli di immoralit? e di violenza tali, per cui si imponeva, attraverso l'autorit? del senato, una severa repressione. Gli istrioni furono allora cacciati dall'Italia.
 

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