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Ovidio


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autore
brano
 
Livio
Ab urbe condita VI, 26
 
originale
 
[26] Victus igitur patientia hostium senatum eorum uocari iussit. 'soli adhuc' inquit, 'Tusculani, uera arma uerasque uires quibus ab ira Romanorum uestra tutaremini inuenistis. ite Romam ad senatum; aestimabunt patres utrum plus ante poenae an nunc ueniae meriti sitis. non praecipiam gratiam publici beneficii; deprecandi potestatem a me habueritis; precibus euentum uestris senatus quem uidebitur dabit.' postquam Romam Tusculani uenerunt senatusque paulo ante fidelium sociorum maestus in uestibulo curiae est conspectus, moti extemplo patres uocari eos iam tum hospitaliter magis quam hostiliter iussere. dictator Tusculanus ita uerba fecit: 'quibus bellum indixistis intulistisque, patres conscripti, sicut nunc uidetis nos stantes in uestibulo curiae uestrae, ita armati paratique obuiam imperatoribus legionibusque uestris processimus. hic noster, hic plebis nostrae habitus fuit eritque semper, nisi si quando a uobis proque uobis arma acceperimus. gratias agimus et ducibus uestris et exercitibus, quod oculis magis quam auribus crediderunt et ubi nihil hostile erat ne ipsi quidem fecerunt. pacem, quam nos praestitimus, eam a uobis petimus; bellum eo, sicubi est, auertatis precamur; in nos quid arma polleant uestra, si patiendo experiundum est, inermes experiemur. haec mens nostra est?di immortales faciant?tam felix quam pia. quod ad crimina attinet quibus moti bellum indixistis, etsi reuicta rebus uerbis confutare nihil attinet, tamen, etiamsi uera sint, uel fateri nobis ea, cum tam euidenter paenituerit, tutum censemus. peccetur in uos, dum digni sitis quibus ita satisfiat'. tantum fere uerborum ab Tusculanis factum. pacem in praesentia nec ita multo post ciuitatem etiam impetrauerunt. ab Tusculo legiones reductae.
 
traduzione
 
26 Vinto cos? dall'atteggiamento passivo dei nemici, ordin? che venisse convocata una seduta del loro senato. ?Cittadini di Tuscolo,? disse, ?fino a oggi voi siete stati i soli ad aver scoperto quali siano le vere armi e le vere risorse con cui proteggere le vostre cose dall'ira dei Romani. Andate a Roma e presentatevi al senato: i senatori valuteranno se abbiate meritato pi? la punizione in passato che non il perdono adesso. Io non voglio anticipare un beneficio che dev'essere concesso dallo Stato. Ci? che potrete avere da me ? l'opportunit? di chiedere perdono al senato, che si riserver? di esaudire le vostre preghiere nella maniera che gli sembrer? pi? opportuna.? Quando i Tuscolani arrivarono a Roma e i senatori di un popolo un tempo alleato fedele si presentarono mesti nell'ingresso della curia, i membri del senato, colpiti da quella vista, ordinarono di farli entrare immediatamente pi? come ospiti che come nemici. Il dittatore di Tuscolo si rivolse a loro con queste parole: ?Noi, ai quali voi avete dichiarato e portato guerra, o padri coscritti, siamo andati incontro alle vostre legioni e ai vostri comandanti con le stesse armi e la stessa preparazione con le quali adesso ci vedete qui in piedi nel vestibolo della vostra curia. Questa ? sempre stata e continuer? a essere la caratteristica nostra e del nostro popolo, salvo i casi in cui si prendano le armi su vostra richiesta e in vostra difesa. Ringraziamo i vostri comandanti e le vostre truppe per essersi fidati pi? degli occhi che delle orecchie, e per non aver dimostrato ostilit? l? dove non ce n'era nei loro stessi confronti. A voi chiediamo quella pace di cui noi abbiamo dato prova. La guerra vi preghiamo di rivolgerla l? dove ci sia. Se ? destino che a noi tocchi sperimentare ci? di cui sono capaci le vostre armi, allora lo sperimenteremo da disarmati. Queste sono le nostre intenzioni, e vogliano gli d?i ch'esse siano tanto fortunate quanto sincere. Per quel che poi concerne le accuse che vi hanno spinto a dichiararci guerra, pur non servendo a nulla confutare a parole ci? che i fatti hanno gi? smentito, tuttavia, anche se fossero state vere, siamo dell'avviso che, di fronte a un pentimento tanto evidente quanto il nostro, non sarebbe pericoloso dichiararsi colpevoli. Si commettano pure delle mancanze nei vostri confronti, purch? continuate a esser degni di ricevere richieste di perdono quali la nostra.? Il discorso dei Tuscolani fu pi? o meno di questo tenore. Per il momento venne loro garantita la pace, mentre non molto tempo dopo ottennero anche la cittadinanza. Le legioni vennero richiamate da Tuscolo.
 

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