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Ovidio


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Livio
Ab urbe condita VIII, 19
 
originale
 
[19] Creati consules L. Papirius Crassus iterum L. Plautius Venox; cuius principio anni legati ex Volscis Fabraterni et Lucani Romam uenerunt, orantes ut in fidem reciperentur: si a Samnitium armis defensi essent, se sub imperio populi Romani fideliter atque oboedienter futuros. missi tum ab senatu legati denuntiatumque Samnitibus, ut eorum populorum finibus uim abstinerent; ualuitque ea legatio, non tam quia pacem uolebant Samnites quam quia nondum parati erant ad bellum. Eodem anno Priuernas bellum initum, cuius socii Fundani, dux etiam fuit Fundanus, Vitruuius Vaccus, uir non domi solum sed etiam Romae clarus; aedes fuere in Palatio eius, quae Vacci prata diruto aedificio publicatoque solo appellata. aduersus hunc uastantem effuse Setinum Norbanumque et Coranum agrum L. Papirius profectus haud procul castris eius consedit. Vitruuio nec ut uallo se teneret aduersus ualidiorem hostem sana constare mens, nec ut longius a castris dimicaret animus suppetere; uix tota extra portam castrorum explicata acie, fugam magis retro quam proelium aut hostem spectante milite, sine consilio, sine audacia depugnat. ut et leui momento nec ambigue est uictus, ita breuitate ipsa loci facilique receptu in tam propinqua castra haud aegre militem a multa caede est tutatus; nec fere quisquam in ipso certamine, pauci in turba fugae extremae, cum in castra ruerent, caesi; primisque tenebris Priuernum inde petitum agmine trepido, ut muris potius quam uallo sese tutarentur. a Priuerno Plautius alter consul peruastatis passim agris praedaque abacta in agrum Fundanum exercitum inducit. ingredienti fines senatus Fundanorum occurrit; negant se pro Vitruuio sectamque eius secutis precatum uenisse sed pro Fundano populo; quem extra culpam belli esse ipsum Vitruuium iudicasse, cum receptaculum fugae Priuernum habuerit non patriam [Fundanos]. Priuerni igitur hostes populi Romani quaerendos persequendosque esse, qui simul a Fundanis ac Romanis utriusque patriae immemores defecerint: Fundis pacem esse et animos Romanos et gratam memoriam acceptae ciuitatis. orare se consulem ut bellum ab innoxio populo abstineat; agros, urbem, corpora ipsorum coniugumque ac liberorum suorum in potestate populi Romani esse futuraque. conlaudatis Fundanis consul litterisque Romam missis in officio Fundanos esse ad Priuernum flexit iter. prius animaduersum in eos qui capita coniurationis fuerant a consule scribit Claudius: ad trecentos quinquaginta ex coniuratis uinctos Romam missos eamque deditionem ab senatu non acceptam, quod egentium atque humilium poena defungi uelle Fundanum populum censuerint. Priuernum.
 
traduzione
 
19 Vennero eletti consoli Lucio Papirio Crasso (al suo secondo consolato) e Lucio Plauzio Venoce. All'inizio del-l'anno arrivarono a Roma degli ambasciatori dei Volsci di Fabrateria e dei Lucani per implorare la protezione di Roma. Promisero che, nel caso in cui fossero stati difesi dai Sanniti, sarebbero diventati leali e obbedienti sudditi del popolo romano. Il senato invi? allora una delegazione ai Sanniti per ammonirli di astenersi da incursioni nei territori di quei popoli. L'ambasceria raggiunse lo scopo, non tanto perch? i Sanniti desiderassero la pace, quanto piuttosto perch? non erano ancora pronti alla guerra. Quello stesso anno vide l'inizio della guerra con i Privernati, i cui alleati erano gli abitanti di Fonda e il cui comandante era, anch'egli, di Fonda. Si trattava di Vitruvio Vacco, uomo noto non solo in patria, ma anche a Roma, dove possedeva una casa sul Palatino, nel punto che, quando l'edificio venne abbattuto e il terreno confiscato, prese il nome di prati di Vacco. A contrastarlo nella sua devastazione dei territori di Sezia, Norba e Cora venne inviato Lucio Papirio, che si accamp? non lontano dell'avversario. Vitruvio non aveva n? la fermezza d'animo di rimanere al riparo della trincea di fronte a un nemico ben pi? forte, n? il coraggio di combattere lontano dall'accampamento. Quasi tutto il suo contingente si trovava schierato di fronte all'ingresso dell'accampamento e i suoi soldati si stavano preoccupando pi? della fuga che della battaglia o del nemico, quando Vacco inizi? una battaglia disperata senza dimostrare n? prudenza n? audacia. Sconfitto con non troppa fatica e in maniera che non lasciava dubbi, poich? il suo accampamento era vicino e facilmente raggiungibile, riusc? agevolmente a evitare gravi perdite. Durante la battaglia non mor? quasi nessuno; solo pochi della retroguardia in fuga persero la vita mentre stavano riversandosi nell'accampamento. Alle prime luci della sera raggiunsero Priverno con una marcia affannosa, per cercare nelle mura della citt? una protezione pi? sicura della trincea. Da Priverno l'altro console, Plauzio, saccheggiate le campagne dei dintorni e conquistato grande bottino, guid? l'esercito nel territorio di Fonda. Mentre ne stava varcando i limiti, gli and? incontro il senato di Fonda, i cui membri dissero di essere venuti a rivolgere una preghiera non a favore di Vitruvio e di quanti lo avevano seguito, ma del popolo di Fonda che Vitruvio stesso aveva dichiarato estraneo alla guerra quando si era rifugiato a Priverno invece che nella sua citt? natale. Perci? era a Priverno che bisognava cercare e punire i nemici del popolo romano, i quali si erano ribellati contemporaneamente ai Fondani e ai Romani, dimenticandosi dell'una e dell'altra patria. Gli abitanti di Fonda si mantenevano pacifici, avevano sentimenti di amicizia nei confronti dei Romani e dimostravano gratitudine per la cittadinanza ricevuta. Implorarono il console di astenersi dal fare guerra contro un popolo innocente: le campagne, la citt?, le loro stesse persone e quelle delle mogli e dei figli erano e sarebbero state sottomesse all'autorit? di Roma. Il console, elogiati gli abitanti di Fonda e spedita a Roma una lettera con la quale annunciava che quella citt? si manteneva leale, si diresse verso Priverno. Claudio scrive che prima di partire il console fece giustiziare i capi della rivolta, inviando a Roma in catene trecentocinquanta di quelli che vi avevano preso parte. Ma il senato non avrebbe accettato la resa, convinto che il popolo di Fonda volesse liberarsi di ogni responsabilit? facendo ricadere la punizione sui cittadini poveri e di bassa estrazione.
 

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