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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 33
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originale
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[33] Existunt etiam saepe iniuriae calumnia quadam et nimis callida sed malitiosa iuris interpretatione. Ex quo illud "summum ius summa iniuria" factum est iam tritum sermone proverbium. Quo in genere etiam in re publica multa peccantur, ut ille, qui, cum triginta dierum essent cum hoste indutiae factae, noctu populabatur agros, quod dierum essent pactae, non noctium indutiae. Ne noster quidem probandus, si verum est Q. Fabium Labeonem seu quem alium--nihil enim habeo praeter auditum --arbitrum Nolanis et Neapolitanis de finibus a senatu datum, cum ad locum venisset, cum utrisque separatim locutum, ne cupide quid agerent, ne appetenter, atque ut regredi quam progredi mallent. Id cum utrique fecissent, aliquantum agri in medio relictum est. Itaque illorum finis sic, ut ipsi dixerant, terminavit; in medio relictum quod erat, populo Romano adiudicavit. Decipere hoc quidem est, non iudicare. Quocirca in omni est re fugienda talis sollertia.
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traduzione
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33. Si commettono spesso ingiustizie anche per una certa tendenza al cavillo, cio? per una troppo sottile, ma in realt? maliziosa, interpretazione del diritto. Di qui il comune e ormai trito proverbio:
' somma giustizia, somma ingiustizia'
A questo riguardo, si commettono molti errori anche nella vita pubblica; come, per esempio, quel tale che, conclusa col nemico una tregua di trenta giorni, andava di notte a saccheggiar le campagne, col pretesto che il patto parlava di giorni e non di notti. Non merita lode neppure, -se il fatto ? vero -, quel nostro concittadino, sia egli Quinto Fabio Labeone o qualcun altro (io non ne so pi? che per sentito dire). Il senato l'aveva mandato ai Nolani e ai Napoletani, come arbitro per una questione di confini. Venuto egli sul luogo, parl? separatamente agli uni e agli altri, raccomandando che non trascendessero in atti di avidit? e di prepotenza, anzi volessero piuttosto retrocedere che avanzare. Cos? fecero gli uni e gli altri, e un bel tratto di terreno rimase libero nel mezzo. Allora egli fiss? i confini dei due popoli come essi avevano detto; e il terreno rimasto nel mezzo, l'assegn? al popolo romano. Questo si chiama ingannare, non giudicare. Perci?, in ogni circostanza, conviene evitare simili furberie.
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