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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, I, 110
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originale
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[110] Admodum autem tenenda sunt sua cuique, non vitiosa, sed tamen propria, quo facilius, decorum illud, quod quaerimus, retineatur. Sic enim est faciendum, ut contra universam naturam nihil contendamus, ea tamen conservata propriam nostram sequamur, ut etiamsi sint alia graviora atque meliora, tamen nos studia nostra nostrae naturae regula metiamur; neque enim attinet naturae repugnare nec quicquam sequi, quod assequi non queas. ex quo magis emergit quale sit decorum illud, ideo quia nihil decet invita Minerva, ut aiunt, id est adversante et repugnante natura.
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traduzione
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110. Ogni uomo deve accuratamente coltivare le sue qualit? naturali (le buone, s'intende, non le cattive), per poter pi? facilmente conservare quel decoro di cui andiamo parlando. E il modo da tenere ? questo: non dobbiamo far nulla contro l'universale natura umana e, nel pieno rispetto di essa, dobbiamo seguir la nostra particolare, in modo che, anche se altri abbiano altre attitudini maggiori e migliori, noi misuriamo le nostre alla stregua della nostra natura: non giova, invero, contrastare alla propria natura o inseguire qualcosa che non si pu? raggiungere. Da ci? emerge pi? evidente la vera essenza del decoro, appunto perch? nulla ? decoroso a dispetto, come suol dirsi, di Minerva, cio?, nel caso nostro, della natura.
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