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Mittente:
Bukowski
Re: traduzione opera integrale   stampa
Data:
14/04/2002 18.42.51




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Scusami per aver eliminato il primo topic di risposta.

AGESILAO.

Agesilao, spartano, fu colmato di lodi non solo dagli altri storici, ma anche, e straordinariamente, da Senofonte, il discepolo di Socrate; e di costui fu molto amico. In un primo tempo egli ebbe una disputa riguardo il regno con Leotichide, figlio di suo fratello. Era infatti usanza tramandata dagli antenati agli Spartani di avere sempre due re, di nome piu' che nel governo concreto, dalle due famiglie di Procle e di Euristene, che dalla progenie di Ercole furono i primi re di Sparta. Non era permesso diventare re da una di queste due famiglie al posto dell'altra famiglia . Cos? entrambe rispettavano il proprio ordine di successione. In primo luogo era considerato diritto per diventare re quello di essere il figlio maggiore tra i figli dell'ultimo reggente morto; se questi non aveva lasciato figli maschi allora era scelto il piu' vicino per parentela. Era morto il re Agide, fratello di Agesilao. Aveva lasciato il figlio Leotichide, che Agide non aveva riconosciuto come suo quando era nato, ma che poi in punto di morte aveva dichiarato suo figlio. Costui con Agesilao, suo zio paterno, lott? per la carica del regno e non consegu? quello che aveva cercato di ottenere. Infatti gli fu anteposto Agesilao, giacch? sosteneva Agesilao Lisandro, uomo, come abbiamo mostrato sopra, intrigante e a quel tempo potente.

Questi, non appena si fu impadronito del potere, convinse gli Spartani ad inviare l'esercito in Asia ed a far guerra al re, dimostrando che era meglio che si combattesse in Asia che in Europa. Si era infatti sparsa la fama che Artaserse stesse allestendo flotte ed eserciti di terra, da inviare in Grecia. 2 Ottenuta l'autorizzazione ag? con tanta rapidit? che giunse con le truppe in Asia prima che i satrapi del re sapessero che era partito. Per cui successe che colse tutti impreparati e di sorpresa. 3 Come venne a sapere ci? Tissaferne, che allora tra tutti i prefetti del re aveva il supremo comando, chiese una tregua allo Spartano, fingendo di adoperarsi, perch? si arrivasse ad un accordo tra gli Spartani e il re, ma in realt? per ammassare truppe, e la ottenne di tre mesi. 4 L'uno e l'altro giurarono che avrebbero osservato la tregua senza inganno. Il patto fu rispettato da Agesilao con assoluta lealt?; al contrario Tissaferne non fece altro che preparare la guerra. 5 E quantunque il Lacone si accorgesse di ci?, tuttavia teneva fede al giuramento ed affermava che da questo egli ritraeva grande vantaggio, perch? Tissaferne con il suo spergiuro e alienava gli uomini dalle sue imprese e provocava l'ira degli d?i contro di s?; lui invece, mantenendo la parola data, rinsaldava la fiducia dell'esercito, quando questo vedeva che la maest? degli d?i era dalla sua parte e si faceva gli uomini pi? amici, poich? questi stanno di solito dalla parte di quelli che vedono mantenere la parola data.

Scaduto il termine della tregua, il barbaro non dubitando, dato che egli aveva moltissimi castelli nella Caria e la regione a quel tempo era ritenuta di gran lunga la pi? ricca, che l? soprattutto i nemici avrebbero sferrato l'attacco, aveva radunato l? tutte le sue truppe. 2 Agesilao invece marci? alla volta della Frigia e fece in tempo a saccheggiarla prima che Tissaferne Si muovesse affatto. Arricchiti i soldati col molto bottino, riport? l'esercito a svernare ad Efeso ed ivi, organizzate fabbriche di armi, si diede con grande energia a preparare la guerra. E perch? si armassero con pi? zelo e si equipaggiassero con maggior decoro, propose dei premi da elargire a quelli che si fossero dimostrati particolarmente alacri in questa attivit?. 3 Fece lo stesso nei vari tipi di esercitazioni, s? da premiare con ricchi doni chi si fosse distinto sugli altri. Con questi mezzi pot? avere un esercito molto ben equipaggiato ed allenato. 4 E quando gli parve giunto il momento di tirar fuori le truppe dai quartieri di inverno, cap? che se avesse indicato apertamente la direzione della sua marcia, i nemici non ci avrebbero creduto ed avrebbero presidiato altre regioni e non avrebbero dubitato che egli avrebbe fatto diversamente da quanto avesse manifestato. 5 E cos? avendo egli detto che sarebbe andato a Sardi, Tissaferne credette di dover fortificare ancora la Caria. Ma in questa sua previsione si ingann? e quando si vide gabbato dallo stratagemma, parti troppo tardi in soccorso dei suoi. Infatti quando giunse l?, Agesilao aveva gi? conquistate con la forza molte localit? e si era impadronito di una grande preda. 6 Lo Spartano poi vedendo che i nemici erano pi? forti nella cavalleria, non accett? mai battaglia campale e venne a combattimento in quei luoghi dove avesse miglior gioco la fanteria. Mise in fuga, ogni volta che si scontr?, le milizie degli avversari di gran lunga superiori e si condusse in Asia in modo da essere considerato, secondo l'opinione generale, il vincitore.

Mentre progettava di fare una spedizione contro i Persiani ed attaccare il re stesso, gli giunse dalla patria, da parte degli ?fori, il messaggio, che gli Ateniesi ed i Beoti avevano dichiarato guerra agli Spartani, perci? non indugiasse a tornare. 2 In questo frangente va ammirato il suo amor patrio non meno del suo valore militare: egli comandava un esercito vittorioso ed aveva la massima fiducia di impadronirsi del regno persiano, tuttavia con tanto ossequio obbed? agli ordini dei magistrati lontani come se fosse stato privato cittadino nell'assemblea di Sparta. E magari i nostri generali avessero voluto imitare il suo esempio! 3 Ma torniamo all'argomento. Agesilao ad un regno ricchissimo antepose la buona reputazione e stim? molto pi? glorioso, se avesse obbedito alle istituzioni della patria, che se avesse conquistato in guerra l'Asia. 4 Con questi sentimenti dunque trasport? le truppe oltre l'Ellesponto e fu di tanta rapidit? che il tragitto che Serse aveva compiuto nel corso di un anno, egli lo comp? in trenta giorni. 5 Mentre gi? si trovava non molto lontano dal Peloponneso, gli Ateniesi ed i Beoti e gli altri alleati tentarono di sbarrargli la strada presso Coronea: ma egli li vinse tutti in un'aspra battaglia. 6 La gloria di questa vittoria raggiunse il culmine quando, rifugiatisi moltissimi fuggiaschi nel tempio di Minerva e chiedendoglisi che cosa voleva che si facesse di loro, egli nonostante che avesse ricevuto in quel combattimento alquante ferite e sembrasse adirato verso tutti coloro che avevano preso le armi contro di lui, tuttavia antepose all'ira il sentimento religioso e viet? che fossero violati. 7 E questo, di ritenere inviolabili i templi degli d?i, non lo fece solo in Grecia, ma anche presso i barbari conserv?, con grandissimo rispetto, tutte le statue e le are. 8 Pertanto soleva dire di meravigliarsi che non fossero ritenuti dei sacrileghi coloro che avessero recato del male ai supplici degli d?i o che coloro che offendevano la religione non fossero puniti con pene pi? severe di coloro che spogliavano i templi.

1.Dopo questa battaglia tutta la guerra ? portata intorno a Corinto e da ci? ? chiamata guerra corinzia.2. Nonostante in questi luoghi avessero ucciso sotto il comando di Agesilao diecimila nemici in una sola battaglia e nonostante l'esercito nemico sembrasse indebolito dopo questa vittoria, si astenne dall'insolenza tipica della gloria a tal punto che deplor? la sorte della Grecia perch? tanti da lui vinti erano morti per colpa degli avversari: infatti con quella moltitudine, se fosse stata sana la mente della Grecia, (la Grecia) avrebbe potuto dar pena ai Persiani. 3. Egli, dopo aver spinto entro le mura gli avversari, nonostante molti lo esortassero a espugnare Corinto, disse che questo non si confaceva alla sua virtu': lui era uno che costringeva a tornare all'obbedienza chi aveva mancato ai propri doveri, non uno che espugnava le nobilissime citt? della Grecia. 4. "Infatti" disse "se vorremo uccidere quelli che hanno combattuto con noi contro i barbari di certo noi espugneremo noi stessi mentre quelli riposeranno. Fatto questo, senza fatica ci vinceranno quando vorranno".

Nel frattempo gli Spartani subirono la disfatta di Leuttra. Per non andare col?, quantunque fosse da molti sollecitato ad uscire, quasi ne presagisse l'esito, non volle lasciare la citt?. Ma poi, quando Epaminonda dette l'assalto a Sparta e la citt? era senza mura, si dimostr? comandante tale che in quella circostanza fu chiaro a tutti che, se non ci fosse stato lui, Sparta non ci sarebbe stata pi?. 2 Ed in tale frangente la rapidit? della sua decisione fu di salvezza per tutti. Infatti alcuni ragazzotti, spaventati dell'arrivo dei nemici, volendo passare ai Tebani, avevano occupato un'altura fuori della citt?: Agesilao intuendo che sarebbe stato esiziale se si fosse notato il tentativo di diserzione al nemico, and? l? con i suoi e come se quelli avessero agito con retta intenzione, 3 lod? la loro decisione di occupare quella posizione; anche lui del resto aveva capito che bisognava fare questo. Cos? fingendo di lodarli, recuper? quei ragazzi e aggregati loro alcuni suoi compagni, lasci? la postazione ben difesa. Infatti quelli, cui si erano aggiunti uomini ignari della loro decisione, non osarono muoversi, e tanto pi? volentieri, perch? credevano che fossero rimasti nascosti i loro divisamenti

Senza dubbio dopo la battaglia di Leuttra gli Spartani non si riebbero pi? e non riacquistarono l'egemonia di prima; ma nel frattempo Agesilao giammai desist? di recare aiuto alla patria con tutti i mezzi che potesse. 2 Gli Spartani, per esempio, avevano assoluto bisogno di denaro; egli allora and? in soccorso di tutti quelli che si erano ribellati al re; ne ebbe in compenso molto denaro e rec? sollievo alla patria. 3 Ed a questo proposito, fu soprattutto degno di ammirazione il fatto che quantunque fossero recati a lui ricchissimi doni dai re e dai dinasti e dalle citt?, egli mai nulla si port? a casa sua, nulla mut? del tenore di vita, nulla del modo di vestire degli Spartani. 4 Visse contento in quella stessa casa nella quale era vissuto Euristene, il capostipite dei suoi antenati; chi vi entrava non poteva scorgerci alcun segno di mollezza, n? di lusso, invece moltissimi invece di austerit? e di frugalit?. Era infatti cos? messa che non differiva in nulla da quella di qualsiasi povero e privato cittadino

E quest'uomo tanto grande, come aveva avuto generosa la natura nella elargizione delle virt? morali, cos? la speriment? maligna nelle complessione del corpo: fu di bassa statura ed esile di corpo e zoppo. Questo difetto gli dava anche una certa deformit? e quelli che non lo conoscevano, quando guardavano le sue fattezze, lo disprezzavano; ma quelli che conoscevano le sue virt?, non sapevano ammirarlo abbastanza. 2 Fu quello che gli capit? quando all'et? di ottant'anni si rec? in Egitto in aiuto a Tacho: si era sdraiato con i suoi sulla spiaggia senza alcuna tenda e avendo per giaciglio della paglia stesa sulla nuda terra con sopra nient'altro che una pelle; sullo stesso giaciglio s'erano sdraiati anche tutti i suoi compagni con un vestito rozzo e vecchio, tanto che il loro abbigliamento non solo non indicava tra loro nessun re ma lasciava intendere che si trattasse di uomini tutt'altro che ricchi. 3 Giunta la notizia del suo arrivo ai messi del re, prontamente furono recati l? doni di ogni genere. Questi cercavano Agesilao ma a stento riuscirono a convincerli che era uno di quelli che allora riposavano distesi. 4 Essi consegnarono a nome del re, quello che avevano portato, ma lui, a parte la carne di vitello e cibi di tal genere, di cui aveva bisogno nelle presenti circostanze, non accett? nulla; gli unguenti, le corone e le seconde portate le distribu? agli schiavi, tutto il resto lo fece riportare indietro. 5 Per questo comportamento, i barbari lo disprezzarono ancora di pi?, perch? ritenevano che egli avesse preferito quei cibi, ignorando le vivande raffinate. 6 Aveva ricevuto in compenso dal re Nectan?bide duecentoventi talenti per farne dono al suo popolo, ma nel suo viaggio di ritorno dall'Egitto, arrivato al porto che ? detto di Menelao, situato tra Cirene e l'Egitto, cadde malato e mori. 7 L? gli amici, perch? lo potessero trasportare pi? facilmente a Sparta, dato che non avevano il miele, lo spalmarono tutto di cera e cos? lo riportarono in patria

Trad. database progettovidio


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