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valerio massimo   stampa
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25/05/2002 4.36.01




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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, IV, 1.12

Acerrime cum Scipione Africano <Metellus> Macedonicus dissenserat, eorumque ab aemulatione uirtutis profecta concitatio ad graues testatasque inimicitias progressa fuerat: sed tamen, cum interemptum Scipionem conclamari audisset, in publicum se proripuit maestoque uultu et uoce confusa 'concurrite, concurrite' inquit, 'ciues! moenia nostrae urbis euersa sunt: Scipioni enim Africano intra suos penates quiescenti nefaria uis allata est'. o rem publicam pariter Africani morte miseram et Macedonici tam humana tamque ciuili lamentatione felicem! eodem enim tempore et quantum amisisset principem et qualem haberet recognouit. idem filios suos monuit ut funebri eius lecto humeros subicerent.

Metello (detto il) Macedonico [cos? detto perch? ridusse la Macedonia a provincia romana] era stato in grandissima rotta [nel senso di inimicizia] con Scipione (detto) l'Africano, e il loro scontro [concitatio eorum] era degenerato [progressa fuerat] da una semplice rivalit? nell'ostentazione (reciproca) del loro valore [ab aemulatione profecta virtutis; la traduzione ? leggermente "letteraria", ma il senso ? chiaro], ad una vera e propria [traduciamo cos? "graues testatasque"] inimicizia: tuttavia, (Metello), quando ud? l'annuncio funebre della morte di Scipione [lett. quando ud? esser gridato (conclamari) che Scipione era morto], si precipit? in pubblico e disse, con volto mesto e con voce tremante: 'Cittadini, accorrete, accorrete. Le mura di Roma [lett. nostrae urbis, della nostra citt?] sono crollate: infatti, un'infame sciagura [nefaria vis: vis, lett. ? forza, ma qui ho reso il senso negativo] ha colpito [allata est, da "adfero", lett. si ? rivolta (contro)] Scipione Africano, mentre riposava [quiescenti] nella sua casa [intra suos penatos: lett. tra i suoi Penati; i Penati erano gli dei protettori della patria e della casa; qui, per metonimia, valgono appunto "casa"].
O repubblica (di Roma) [Valerio Massimo interviene con quest'apostrofe], allo stesso modo/tempo [pariter] misera per la morte dell'Africano e felice per l'esclamazione di dolore [parafrasi per "lamentatione"] di Metello, cos? piena di valore umano e civile [lett. tanto umana?]. Nello stesso istante, infatti, che grande condottiero [quantum principem] hai perduto [riferendosi a Scipione] e che (altrettanto) grande (uomo e condottiero) hai riscontrato d'avere [riferendosi a Metello]. Metello ingiunse (poi) ai propri figli di portare in spalla il suo [di Scipione] feretro [lett. di collocare le spalle sotto?].

Trad. Bukowski
  valerio massimo
 

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