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Mittente:
Bukowski
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Data:
28/05/2002 18.16.39




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Orazio, Odi, I, 4 [la traduzione ? sotto l'originale]

Soluitur acris hiems grata uice ueris et Fauoni
trahuntque siccas machinae carinas,
ac neque iam stabulis gaudet pecus aut arator igni
nec prata canis albicant pruinis.
5
Iam Cytherea choros ducit Venus imminente luna
iunctaeque Nymphis Gratiae decentes
alterno terram quatiunt pede, dum grauis Cyclopum
Volcanus ardens uisit officinas.
Nunc decet aut uiridi nitidum caput impedire myrto
10
aut flore, terrae quem ferunt solutae;
nunc et in umbrosis Fauno decet immolare lucis,
seu poscat agna siue malit haedo.
Pallida Mors aequo pulsat pede pauperum tabernas
regumque turris. O beate Sesti,
15
uitae summa breuis spem nos uetat inchoare longam.
Iam te premet nox fabulaeque Manes
et domus exilis Plutonia, quo simul mearis,
nec regna uini sortiere talis
nec tenerum Lycidan mirabere, quo calet iuuentus
20
nunc omnis et mox uirgines tepebunt.

4, a Sestio
Al sorgere dolce di zefiro e della primavera
l'acuto gelo si dilegua
e gli argani dal secco
trascinano le navi al mare:
allora il gregge scorda il piacere degli ovili,
l'uomo quello del proprio focolare
e i campi pi? non s'imbiancano
pallidi di brina.
Sotto il chiarore della luna
ora conduce Venere le danze
e mano nella mano
le Ninfe e le Grazie leggiadre
col piede battono a tempo la terra,
mentre nelle officine inquiete dei Ciclopi
si aggira tra le fiamme Vulcano.
Ora devi cingere il capo profumato
di un mirto verde, dei fiori
che sbocciano dalla terra dischiusa
e in un bosco ombroso
immolare a Fauno un'agnella
o un capretto se lo preferisce.
Con piede uguale la pallida morte
batte alle capanne dei poveri
e alle torri dei pr?ncipi.
Sestio, uomo felice,
lo scorrere breve della vita
ci vieta di cullare una lunga speranza.
Gi? la notte ti avvince
e i Mani favolosi,
la diafana dimora di Plutone:
l?, al tuo entrare,
non t'avverr? per sorte
d'essere eletto re del convito
e d'ammirare il tenero L?cida,
che ora i giovani fa accendere
e far? le fanciulle sospirare.



Orazio, Odi, IV, 9 [la traduzione ? sotto l'originale]

Ne forte credas interitura quae
longe sonantem natus ad Aufidum
non ante uolgatas per artis
uerba loquor socianda chordis:
5
non, si priores Maeonius tenet
sedes Homerus, Pindaricae latent
Ceaeque et Alcaei minaces
Stesichoriue graues Camenae;
nec siquid olim lusit Anacreon,
10
deleuit aetas; spirat adhuc amor
uiuuntque commissi calores
Aeoliae fidibus puellae.
Non sola comptos arsit adulteri.
crines et aurum uestibus inlitum
15
mirata regalisque cultus
et comites Helene Lacaena
primusue Teucer tela Cydonio
direxit arcu; non semel Ilios
uexata; non pugnauit ingens
20
Idomeneus Sthenelusue solus
dicenda Musis proelia; non ferox
Hector uel acer Deiphobus grauis
excepit ictus pro pudicis
coniugibus puerisque primus.
25
Vixere fortes ante Agamemnona
multi; sed omnes inlacrimabiles
urgentur ignotique longa
nocte, carent quia uate sacro.
Paulum sepultae distat inertiae
30
celata uirtus. Non ego te meis
chartis inornatum silebo
totue tuos patiar labores
impune, Lolli, carpere liuidas
obliuiones. Est animus tibi
35
rerumque prudens et secundis
temporibus dubiisque rectus,
uindex auarae fraudis et abstinens
ducentis ad se cuncta pecuniae,
consulque non unius anni,
40
sed quotiens bonus atque fidus
iudex honestum praetulit utili,
reiecit alto dona nocentium
uoltu, per obstantis cateruas
explicuit sua uictor arma.
45
Non possidentem multa uocaueris
recte beatum; rectius occupat
nomen beati, qui deorum
muneribus sapienter uti
duramque callet pauperiem pati
50
peiusque leto flagitium timet,
non ille pro caris amicis
aut patria timidus perire.

9, a Lollio
No, non credere mai che possano morire
le parole che io, nato vicino all'?ufido
sonoro, dico in ritmi sconosciuti,
accompagnandole al suono della cetra:
se Omero di Meonia viene innanzi a tutti,
non sono nell'ombra le poesie di Pindaro
e Simonide, quelle minacciose
di Alceo o quelle solenni di Stesicoro;
e il tempo non ha distrutto gli antichi giochi
d'Anacreonte, e cos? palpita l'amore
e ancora vive la passione che
la fanciulla eolica affid? alla lira.
Non fu solo Elena di Sparta che arse
d'amore, abbagliata dalle chiome fluenti
dell'amante, dalle vesti trapunte
d'oro, dal fasto regale e dai compagni,
n? fu Teucro il primo a vibrare le sue frecce
dall'arco cretese; Troia non fu assalita
solo una volta; e il grande Idomeneo
o St?nelo non combatterono, solo
loro, battaglie da narrarsi in poesia;
e non furono i prodi Ettore e De?fobo
i primi a subire piaghe mortali
per difendere i figli e le caste spose.
S?, molti eroi vissero prima d'Agamennone,
ma tutti sono oppressi dall'oblio eterno,
senza lacrime di rimpianto, ignoti,
perch? mai un poeta li rese immortali.
Tra il valore ignorato e la vilt? sepolta
la differenza ? minima. Ma di te, Lollio,
io non tacer? e non permetter?
che, nel silenzio dei miei scritti, l'oblio
maligno divori, senza che io m'opponga,
tante opere tue. Tu hai animo esperto
nelle vicende della vita e saldo
nella prospera o nell'avversa fortuna,
nemico d'ogni avida frode, sprezzante
del denaro che tutto a s? attira; tu,
console degno non d'un anno solo,
ma d'ogni volta che, giudice imparziale,
l'animo tuo prefer? all'utile il dovere,
respinse sdegnoso l'offerta dei ribaldi
e fra l'ostilit? degli avversari
brand? vittorioso tutte le sue armi.
Felice, per verit?, non puoi dire chi
molto possiede: a quel nome ha maggior diritto
chi con saggezza sa mettere a frutto
il favore degli dei e impara l'arte
di sopportare l'ansia della povert?,
chi peggio della morte teme il disonore,
senza alcuna paura di perire
per gli amici diletti e per la sua patria.

Trad. database progettovidio
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