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Mittente:
Bukowski
Re: varrone   stampa
Data:
28/05/2002 22.02.49




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M. Terenti Varronis
Rerum Rusticarum De Agri Cultura

Viri magni nostri maiores non sine causa praeponebant rusticos Romanos urbanis. Ut ruri enim qui in villa vivunt ignaviores, quam qui in agro uersantur in aliquo opere faciendo, sic qui in oppido sederent, quam qui rura colerent, desidiosiores putabant. Itaque annum ita diviserunt, ut nonis modo diebus urbanas res usurparent, reliquis septem ut rura colerent. Quod dum servaverunt institutum, utrumque sunt consecuti, ut et cultura agros fecundissimos haberent et ipsi valetudine firmiores essent, ac ne Graecorum urbana desiderarent gymnasia. Quae nunc vix satis singula sunt, nec putant se habere villam, si non multis vocabulis retinniat Graecis, quom vocent particulatim loca, procoetona, palaestram, apodyterion, peristylon, ornithona, peripteron, oporothecen. Igitur quod nunc intra murum fere patres familiae correpserunt relictis falce et aratro et manus movere maluerunt in theatro ac circo, quam in segetibus ac vinetis, frumentum locamus qui nobis advehat, qui saturi fiamus ex Africa et Sardinia, et navibus vindemiam condimus ex insula Coa et Chia.
Itaque in qua terra culturam agri docuerunt pastores progeniem suam, qui condiderunt urbem, ibi contra progenies eorum propter avaritiam contra leges ex segetibus fecit prata, ignorantes non idem esse agri culturam et pastionem.

Non senza ragione quei grandi uomini che furono i nostri antenati ai Romani di citt? preferivano quelli di campagna. Come, infatti, coloro che in campagna vivono dentro il recinto della villa sono considerati degli indolenti rispetto a quelli che lavorano la terra, cosi quelli che vivevano in citt? erano considerati degli sfaccendati rispetto a quelli che attendevano all'agricoltura.
Pertanto divisero l'anno in modo che solo ogni nove giorni trattavano gli affari, mentre gli altri sette attendevano alla coltivazione dei campi. Finch? conservarono siffatta costumanza ottennero il doppio vantaggio, di avere campagne fertilissime e di godere essi stessi di maggiore salute, e poi di non sentire il bisogno di palestre greche in citt?. Oggi invece una sola palestra ? appena sufficiente e nessuno pensa di possedere una villa se non risuona di una quantit? di nomi greci con cui si designano certe sue parti: procoet?n (vestibolo), palaestra, apodyt?rion (spogliatoio), peristylon (colonnato), ornithona (uccelliera), peripteron (edificio cinto da colonne), oporoth?cen (deposito di frutta). Adunque oggi per il fatto che quasi tutti i padri di famiglia si sono a poco a poco infiltrati dentro le mura della citt? abbandonando la falce e l'aratro e preferiscono usar le mani per applaudire nel teatro e nel circo piuttosto che nella coltivazione dei campi e dei vigneti, noi noleggiamo chi, per sfamarci, ci porti il grano dall' Africa e dalla Sardegna, e importiamo via mare l'uva dall'isola di Coo e di Chio. Pertanto in quella terra in cui i pastori che fondarono la citt? insegnarono ai loro figli a coltivare i campi, qui - al contrario - i loro discendenti, per avidit? e in disprezzo delle leggi, hanno ridotto a pascolo i campi coltivati, ignorando che agricoltura e pastorizia non sono la stessa cosa, ch? altro ? il pastore e altro l'agricoltore e, pur potendosi far pascolare il bestiame nei campi, il custode che lo porta al pascolo non ? affatto il bifolco che guida i buoi nel lavoro.

Trad. Traglia
  varrone
      Re: varrone
 

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