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Bukowski
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Re: Cornelio Nepote
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Data:
29/05/2002 14.30.11
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PHOCION Atheniensis etsi saepe exercitibus praefuit summosque magistratus cepit, tamen multo eius notior integritas vitae quam rei militaris labor. Itaque huius memoria est nulla, illius autem magna fama, ex quo cognomine Bonus est appellatus. 2 Fuit enim perpetuo pauper, cum divitissimus esse posset propter frequentis delatos honores potestatesque summas, quae ei a populo dabantur. 3 Hic cum a rege Philippo munera magnae pecuniae repudiaret legatique hortarentur accipere simulque admonerent, si ipse his facile careret, liberis tamen suis prospiceret, quibus difficile esset in summa paupertate tantam paternam tueri gloriam, 4 his ille `Si mei similes erunt, idem hic' inquit `agellus illos alet, qui me ad hanc dignitatem perduxit; sin dissimiles sunt futuri, nolo meis impensis illorum ali augerique luxuriam.'
FOCIONE Ateniese, quantunque abbia avuto spesso il comando di eserciti e abbia coperto le piu' alte magistrature, ? molto piu' conosciuto per l'integrit? della vita che non per l'attivit? militare. Di questa infatti non si ha alcun ricordo, di quella invece grande fama, e per quella fu soprannominato "il Probo". 2. Visse sempre povero, pur avendo avuto la possibilit? di essere ricchissimo per le cariche ripetutamente affidategli e per gli amplissimi poteri che il popolo gli conferiva. 3. Una volta, poich? egli rifiutava una forte somma di denaro mandatagli in dono dal re Filippo, gli ambasciatori lo esortavano ad accettarla facendogli notare che, se egli poteva benissimo farne a meno, doveva per? pensare ai suoi figlioli, i quali difficilmente avrebbero potuto tener alta la grande gloria paterna in uno stato d'indigenza, 4. ed egli rispose: "Se essi mi rassomiglieranno, questo stesso campicello che ha permesso a me di arrivare a tali cariche baster? al loro sostentamento; se mi saranno dissimili, non voglio fomentare e crescere a mie spese il fasto della loro vita".
Idem cum prope ad annum octogesimum prospera pervenisset fortuna, extremis temporibus magnum in odium pervenit suorum civium, 2 primo quod cum Demade de urbe tradenda Antipatro consenserat eiusque consilio Demosthenes cum ceteris, qui bene de re publica meriti existimabantur, populi scito in exsilium erant expulsi. Neque in eo solum offenderat, quod patriae male consuluerat, sed etiam quod amicitiae fidem non praestiterat. 3 Namque auctus adiutusque a Demosthene eum, quem tenebat, ascenderat gradum, cum adversus Charetem eum subornaret; ab eodem in iudiciis, cum capitis causam diceret, defensus aliquotiens, liberatus discesserat. Hunc non solum in periculis non defendit, sed etiam prodidit. 4 Concidit autem maxime uno crimine, quod, cum apud eum summum esset imperium populi et Nicanorem, Cassandri praefectum, insidiari Piraeo Atheniensium a Dercylo moneretur idemque postularet, ut provideret, ne commeatibus civitas privaretur, huic audiente populo Phocion negavit esse periculum seque eius rei obsidem fore pollicitus est. 5 Neque ita multo post Nicanor Piraeo est potitus, sine quo Athenae omnino esse non possunt. Ad quem recuperandum cum populus armatus concurrisset, ille non modo neminem ad arma vocavit, sed ne armatis quidem praeesse voluit.
Costui giunto con prospera fortuna quasi agli ottant'anni, nell'estremo della vita incappo nell'odio implacabile dei suoi concittadini; 2 dapprima, perch? d'accordo con D?rnade aveva consegnato la citt? ad Ant?patro e su istigazione di quello erano stati cacciati in esilio con decreto popolare Demostene e quegli altri che si riteneva avessero ben meritato della patria. E aveva mancato non solo perch? aveva male provveduto alla patria, ma anche perch? non aveva tenuto fede all'amicizia. 3 Infatti aveva raggiunto quel grado che occupava, grazie al deciso appoggio di Demostene, quando lo sosteneva segretamente contro Car?te; dallo stesso era stato difeso pi? di una volta in processi che comportavano la pena capitale, ed era uscito libero. Egli non solo non difese costui nelle sue vicende giudiziarie, ma addirittura lo trad?. 4 Rovin? per? soprattutto per una sola accusa: mentre aveva nelle sue mani il supremo potere dello stato, fu avvertito da D?rci che Nic?nore, il prefetto di Cassandro, preparava un attacco al Pireo degli Ateniesi e lo stesso gli chiedeva che pigliasse provvedimenti, perch? la citt? non rimanesse priva di vettovaglie; a costui Focione, in presenza del popolo, rispose che non c'era questo pericolo e di questo offr? se stesso come garante. 5 Non molto tempo dopo, Nic?nore si impadron? del Pireo, senza del quale Atene non pu? sopravvivere. Il popolo accorse allora in armi per riconquistarlo, ma lui non solo non chiam? alle armi nessuno, ma non volle neppure mettersi a capo degli armati.
Erant eo tempore Athenis duae factiones, quarum una populi causam agebat, altera optimatium. In hac erat Phocion et Demetrius Phalereus. Harum utraque Macedonum patrociniis utebatur. Nam populares Polyperchonti favebant, optimates cum Cassandro sentiebant. 2 Interim a Polyperchonte Cassandrus Macedonia pulsus est. Quo facto populus superior factus statim duces adversariae factionis capitis damnatos patria propulit, in his Phocionem et Demetrium Phalereum, deque ea re legatos ad Polyperchontem misit, qui ab eo peterent, ut sua decreta confirmaret. 3 Huc eodem profectus est Phocion. Quo ut venit, causam: apud Philippum regem verbo, re ipsa quidem apud Polyperchontem iussus est dicere: namque is tum regis rebus praeerat. 4 Hic ab Agnone accusatus, quod Piraeum Nicanori prodidisset, ex consilii sententia in custodiam coniectus, Athenas deductus est, ut ibi de eo legibus fieret iudicium.
Due partiti erano in quel tempo ad Atene: uno propugnava gli interessi del popolo, l'altro quelli dei nobili. Focione e Demetrio Falereo appartenevano a questo secondo. Entrambi, per?, si appoggiavano ai Macedoni; i democratici tenevano per Poliperconte, gli oligarchici per Cassandro. 2. Questi, per?, nel frattempo venne cacciato dalla Macedonia da Poliperconte. Il partito popolare, reso piu' forte da questo fatto, espulse subito dalla citt? i capi del partito avversario, tra cui Focione e Demetrio Falereo, e mand? in proposito messi a Poliperconte, per chiedergli la convalida del proprio decreto. 3. Vi and? anche Focione che, non appena arrivato, ricevette l'ordine di difendersi: formalmente davanti al re Filippo, in realt? davanti a Poliperconte, che allora sovrintendeva agli affari della monarchia. 4. Accusato da Agnone di tradimento per aver consegnato il Pireo a Nicanore, per sentenza del consiglio reale fu messo in stato di arresto e mandato ad Atene perch? gli fosse fatto il processo legale.
Huc ut perventum est, cum propter aetatem pedibus iam non valeret vehiculoque portaretur, magni concursus sunt facti, cum alii, reminiscentes veteris famae, aetatis misererentur, plurimi vero ira exacuerentur propter proditionis suspicionem Piraei maximeque, quod adversus populi commoda in senectute steterat. 2 Quare ne perorandi quidem ei data est facultas et dicendi causam. Inde iudicio legitimis quibusdam confectis damnatus, traditus est undecimviris, quibus ad supplicium more Atheniensium publice damnati tradi solent. 3 Hic cum ad mortem duceretur, obvius ei fuit Euphiletus, quo familiariter fuerat usus. Is cum lacrimans dixisset `O quam indigna perpeteris, Phocion!' huic ille `At non inopinata' inquit: `hunc enim exitum plerique clari viri habuerunt Athenienses'. 4 In hoc tantum feit odium multitudinis, ut nemo ausus sit eum liber sepelire. Itaque a servis sepultus est.
Quando si giunse in citt?, e Focione era portato su un carro perch? a causa dell'et? non poteva pi? reggersi sulle gambe, vi fu un grande accorrere di popolo: alcuni, memori dell'antica fama, avevano piet? dell'et?, ma la stragrande maggioranza erano accesi d'ira per il sospetto del tradimento del Pireo e soprattutto perch? nella vecchiaia si era schierato contro gli interessi del popolo. 2 Perci? non gli fu neppure concessa la facolt? di portare a termine il suo discorso di difesa. Quindi condannato, fatte salve certe formalit? giuridiche, dal tribunale, fu consegnato agli Undici, a cui secondo il costume degli Ateniesi si consegnano di solito, per essere giustiziati, i condannati pubblici. 3 E mentre costui veniva condotto a morte, gli si fece incontro il suo vecchio amico Eufileto. Avendogli quello detto piangendo: "Quale sorte indegna subisci, o Focione!", questi: "Ma non inaspettata", gli rispose. "Una fine come questa infatti l'hanno avuta la maggior parte degli uomini illustri di Atene". 4 Tale fu l'odio della moltitudine nei suoi confronti, che nessun uomo libero os? portarlo alla sepoltura. Perci? fu seppellito da schiavi.
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• Cornelio Nepote Re: Cornelio Nepote
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