Data:
30/05/2002 18.46.53
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Ho fatto fino al verso 112, con costruzione e rilevamento dei costrutti che possano indurti a maggiore perplessit?. Arrivo fin qui; ? un lavoro improponibile, visto che manco di tempo. Sotto ti metto la traduzione. Se trovi altre difficolt?, nel prosieguo, fammelo sapere.
PHILOLACHES Recordatus [sott. sum, perf. di recordor, I pers. sing e cos? di seguito] multum [avv.] et cogitavi diu atque institui multa argumenta in pectus atque in meo corde, si quod cor est mihi [costruz. dativo di possesso], volutavi et disputavi eam rem [questa cosa, questione] diu, (ovvero): arbitrarer [congiuntivo potenziale: (a quale cosa) avrei potuto considerare?] hominem - quando natus esset - esse similem [qui similis regge il genitivo, come di seguito] cuius rei atque habere simulacrum [sono praticamente interrogative indirette: a che cosa somiglia??]: iam repperi id exemplum. ego arbitror hominem esse similem novarum aedium, quando natus est. Dicam argumenta ei rei. [atque hoc haud videtur veri simile vobis, at [ma, avversativa] ego faciam id esse ita ut [l'espressione ? idiomatica: fare in modo che: lett. far? la cosa in modo che?] credatis. Profecto vincam vera ita esse ut praedico. Atque scio: vosmet [rafforzativo] ipsi quando audietis dicta mea, dicetis id haud aliter. Auscultate [imperativo], dum dico argumenta ad hanc rem: simul volo vos esse gnaruris [= gnarures = scientes, che sappiate] hanc rem mecum [lett. insieme con me, pi? elegantemente quanto me]. Aedes - quom [= cum] sunt paratae, expolitae, factae, extemplo, probe examussim [tutti e tre avverbi], [sott. omnes] laudant fabrum atque probant aedes, inde quisque expetunt exemplum sibi [dativo di vantaggio, come il seguente], quisque volt [= vult] suas similis [= similes] sibi, <non> parcunt suam operam sumptum. atque ubi homo nequam [fannullone, indeclinabile] immigrat illo, indiligens [riferito sempre ad "homo"] cum familia pigra, immundus, instrenuos [= - us], hic iam vitium additur aedibus, cum bonae curantur male; atque illud fit saepe [sott. ut: capita che; qui l'ut viene reso dai due punti]: tempestas venit, confringit [il sogg. ? tempestas] tegulas imbricesque: dominus indiligens [nevolt = non vult  nolo] reddere alias ubi; imber venit, perlavit [il sogg. ? imber] parietes, perpluont, tigna putefacit, perdit operam fabri. FILOLACHETE (uscendo dalla casa paterna) Pensa e ripensa, quanti pensieri ho suscitato nel mio petto e nel mio cuore, io, se mai ce l'ho ancora, il cuore; io ho riflettuto e a lungo discusso: l'uomo, quando viene al mondo, a che somiglia? A che cosa ? simile? A che cosa pu? paragonarsi? Ecco, ho trovato la risposta. Penso che l'uomo sia, quando nasce, come una casa nuova. E vi spiego perch?. Forse a voi non sembrer? verisimile, ma io far? in modo di convincervi. Sicuramente riuscir? a dimostrarvi che quel che dico ? vero. E voi, voi stessi, lo so, quando avrete ascoltato le mie parole, direte che le cose stanno cos?, e non diversamente. Ascoltate gli argomenti che vi espongo al riguardo perch? voglio che ne siate informati quanto me. La casa, non appena ? pronta, tirata a lucido, fatta a regola d'arte, tutti a lodare l'architetto, ad esaltare la costruzione, ognuno se la prende a modello per la sua, non badano alle spese e alle fatiche. Ma poi, nella casa, ci va ad abitare un uomo dappoco, un fiaccone servito da pigroni, sporco e sfaticato; ed ecco che nella casa cominciano i guai, perch? quel che ? buono ? mal tenuto. Capita spesso, anche, che arrivi la tempesta, la quale manda in briciole le tegole e gli embrici. Il padrone non li cambia, quel buono a nulla; arrivano rovesci di pioggia, infradiciano i muri, l'acqua si infiltra, fa marcire le travi, manda in malora l'opera dell'architetto. La conduzione della casa va di male in peggio e l'architetto non ne ha colpa, lui. Troppa gente segue questo andazzo, che se pu? farsi un lavoretto da due soldi, loro aspettano, loro, non muovono un dito, sinch? i muri crollano. E allora la casa va rifatta di bel nuovo. Questi discorsi, io li ho fatti per la casa, ma ora voglio dirvi come e perch? sono convinto che gli uomini sono come le case. Punto primo: i genitori sono gli architetti dei figli. Gli danno le fondamenta, li fan crescere, curano che vengano su belli e robusti e non stanno a lesinare sui materiali purch? nell'apparenza e nella sostanza siano buoni per s? e per la gente. Le spese che fanno, mica le considerano spese. Li educano, li indottrinano in lettere e leggi e diritto. Si dan da fare, spendendo e faticando perch? nasca negli altri il desiderio di aver figli simili. Sotto le armi, poi, gli danno [...] come scorta e sostegno qualcuno di casa. Ed ecco che, a questo punto, cominciano a staccarsi dagli architetti, i figli. E, dopo appena un anno di servizio, si scopre il primo indizio di ci? che sar? della casa. Sinch? io rimasi presso gli architetti, io mi dimostrai onesto e bravo; ma poi, non appena fui libero di seguire le mie inclinazioni, mandai in rovina tutte le loro fatiche. Venne l'ignavia, e per me fu come la tempesta, e, con l'arrivo suo, mi inond? di grandine e pioggia. Verecondia, virt?, se le port? via. Fatto e disfatto. E dopo, non mi curai di rimediare. E dopo, al posto della pioggia, si present? l'amore, nel mio petto. E mentre ci restava, nel petto, alluvion? il mio cuore. E ora, tutti insieme, beni e fiducia, fama e virt? e decoro m'hanno piantato in asso. In realt? sono diventato un buono a nulla. Per Polluce, queste travi trasudano, puzzano di marcio. No, non credo che la mia casa possa venir riparata, non credo che si possa salvarla dal crollo totale. Quando le fondamenta non reggono pi?, non c'? nessuno che possa darti aiuto. Mi fa male il cuore al pensiero di quel che sono e di quel che ero, quando nella ginnastica, [...] tra i giovani, nessuno era pi? svelto di me. Disco, asta, palla, corsa ed armi, equitazione, riempivano la mia vita, l'appagavano. Per frugalit? e resistenza ero di esempio agli altri. Anche i migliori mi prendevano come modello di vita. E ora, ora che son diventato uno straccio, a chi lo debbo? Solo alla mia testaccia.
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