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Mittente:
Bukowski
Re: CICERONE   stampa
Data:
31/05/2002 17.49.18




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Credo sia questo.

Cicerone, Accademica, II, 1-2 passim

Post ad Mithridaticum bellum missus a senatu non modo opinionem vicit omnium quae de virtute eius erat sed etiam gloriam superiorum; idque eo fuit mirabilius quod ab eo laus imperatoria non admodum exspectabatur qui adulescentiam in forensi opera consumpserat. Sed incredibilis quaedam ingenii magnitudo non desideravit indocilem usus disciplinam. Itaque cum totum iter et navigationem consumpsisset partim in percontando a peritis, partim in rebus gestis legendis, in Asiam factus imperator venit, cum esset Roma profectus rei militaris rudis. Habuit enim divinam quandam memoria rerum, verboum mariorem Hortensius, sed quo plus in negotiis gerendis res quam verba prosunt, hoc erat memoria illa praestantior; quam fuisse in Themistocle, quem facile Graeciae principem ponimus, singularem ferunt, qui quidem etiam pollicenti cuidam se artem ei memoriae quae tum primum proferebatur traditurum respondisse dicitur oblivisci se malle discere -credo quod haerebant in memoria quaecumque audierat et viderat. Tali ingenio praeditus Lucullus adiunxerat etiam illam quam Themistocles spreverat disciplinam, itaque, ut litteris consignamus quae monumentis mandare volumus, sic ille in animo res insculptas habebat. Tantus ergo imperator in omni genere belli fuit, proeliis, oppugnationibus, navalibus pugnis, totiusque belli instrumento et adparatu, ut ille rex post Alexandrum maxumus hunc a se maiorem ducem cognitum quam quemquam eorum quos legisset fateretur. In eodem tanta prudentia fuit in constituendis temperandisque civitabus, tana aequitas, ut hodie stet Asia Luculli institutis servandis et quasi verstigiis persequendis.

Di poi, inviato dal senato alla guerra mitridatica, Lucio Licinio Lucullo non soltanto super? l'aspettativa generale [opinionem omnium] a riguardo del proprio valore, ma anche la gloria dei (suoi) predecessori. La qual cosa fu a tal punto [eo] pi? straordinaria se si tiene in conto che [quod, poich?] non s'aspettava affatto la dignit? di comando, (egli) che aveva trascorso [consumpserat] la propria adolescenza nella pratica forense.
Ma una tale, incredibile grandezza d'intelletto non sent? la necessit? dell'insegnamento dell'esperienza, che del resto non pu? essere insegnata. E cos?, dopo aver trascorso l'intero viaggio in mare [verso il Ponto] in parte ricavando informazioni e delucidazioni [in percontando] dagli esperti (di arte bellica), in parte avendo sottomano storie che narravano imprese belliche, giunse in Asia con tutti i crismi di un generale [factus imperator], pur essendo partito da Roma [abl. sempl. moto da luogo, nome citt?] (ch'era praticamente) inesperto di cose belliche.
Ebbe, infatti, una memoria dei fatti [memoria rerum] a dir poco divina, mentre Ortensio riusciva pi? di lui a mandare a memoria discorsi, ma dato che nella pratica i fatti contano pi? che le parole, (Lucullo) in virt? della sua memoria visiva (pu? a buon ragione considerarsi) pi? insigne di costui [Ortensio]. Si racconta che una tal singolare memoria l'ebbe anche Temistocle, che a buon ragione consideriamo il condottiero greco pi? esperto in assoluto [principem], il quale, invero, si dice che a chi gli promise [si tratta di Simonide; Cicerone lo afferma anche nel De finibus] d'insegnargli l'arte di ben ricordare - quella su esposta [quae tum primum proferebatur: cio? di ricordare fatti] - ripsoe che avrebbe (riguardo a certe cose) preferito dimenticarle piuttosto che mandarle a memoria; questo perch?, suppongo, (gli) rimaneva ben fisso in mente tutto ci? che ascoltava e vedeva [lett. piucch., ma ? in atto la consecutio].
(Gi?) dotato (per natura) di una tale facolt?, Lucullo vi aveva associato anche quel "metodo" [disciplinam] che temistocle aveva tenuto ben lungi disprezzandolo [spreverat, da "sperno"; vedi sopra]; e cos?, cos? come noi mettiamo per iscritto le cose che desideriamo ricordare, cos? egli le aveva (come dire) scritte nella sua mente. E dunque, si dimostr? (valente) generale in ogni modalit? bellica - negli scontri frontali, negli assalti, nei combattimenti navali - nelle tattiche e negli apparati di guerra, tant'? ch'egli stesso ammetteva d'esser diventato condottiero pi? valente, dopo Alessandro, di tutti quelli che aveva avuto modo di leggere [nei libri di storia militare, di cui sopra; la trad. ? legg. libera]. (Infine) ebbe anche una tale accortezza politica nel costituire e nel governare gli stati, una tal senso della giustizia, che, a tutt'oggi, l'Asia si regge nell'osservanza delle disposizioni politiche [institutis] (fornitegli a suo tempo) da Lucullo [lett. ovv. ? genitivo: di?], e, come dire, continuandone a seguire le orme.

Trad. Bukowski
  CICERONE
      Re: CICERONE
 

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