Data:
03/06/2002 19.11.02
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Livio, Storia di Roma, XXV, 24 passim
Marcello, appena entrato in Siracusa, vide dal luogo sopraelevato aprirsi sotto i suoi occhi la citt? che era, forse, in quel tempo la pi? bella del mondo e, a quanto si dice, pianse non solo per essere riuscito a realizzare quell'impresa, ma anche pensando all'antichissima gloria di quella citt?. Gli occorrevano alla mente le flotte ateniesi l? mandate a fondo e la distruzione di due immensi eserciti comandati da due famosissimi condottieri; e poi tante guerre contro i Cartaginesi, condotte in mezzo a tanti pericoli; tanti e tanto ricchi tiranni e re, e pi? di ogni altro Ierone, un re di cui era ancor viva, allora insigne per i meriti acquisiti presso il popolo romano. Tutto questo gli veniva alla mente, e poi subentr? il pensiero che nel breve volgere di un'ora tutto sarebbe bruciato e si sarebbe ridotto in cenere; prima di portare i suoi all'assalto dell'Acradina, mand? avanti i Suacusani che erano stati entro il campo romano, perch? usando parole amichevoli persuadessero i nemici a consegnare la citt?.
Trad. Newton
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