Data:
05/06/2002 19.25.24
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La prossima volta ti consiglio di verificare se il tuo originale ? gi? in rete, tal che ti risparmi la fastidiosa digitazione :)
Seneca, L'ira, I, 18 passim
3. Cn. Pisone fu [?] uomo privo di molti difetti, ma che giudicava in modo storto ed al quale piaceva invece della tenacia nei giusti propositi, il rigore. Egli, in preda all'ira, avendo comandato che fosse condotto a morte colui che era tornato dalla licenza senza il commilitone, come se avesse ucciso chi non presentava, a lui, che gli chiedeva un certo tempo per fame ricerca, non lo concesse. Il condannato fu portato fuori dal vallo e gi? offriva il collo, quando all'improvviso apparve quel commilitone, che sembrava fosse stato ucciso. 4. Allora, il centurione preposto al supplizio comanda all'ordinanza di riporre la spada, il condannato lo riporta da Pisone, intendendo cos?, come io penso, restituire a Pisone la purezza da colpe; al soldato, infatti, l'aveva restituita la buona sorte. Da una moltitudine accorsa sono accompagnati, uno abbracciato all'altro, con grande gioia dell'accampamento, i due commilitoni. Sale alla tribuna infuriato Pisone e comanda che siano condotti a morte entrambi, sia quel soldato che non aveva ucciso, sia quello che non era morto. 5. Che cosa pi? indegno di ci?? perch? uno senza colpa era apparso, due ne morivano. Pisone ne aggiunse anche un terzo: infatti, anche il centurione, che aveva riportato indietro il condannato, egli dispose fosse condotto al supplizio. Furono posti in quel medesimo luogo, condannati a perire, tre uomini, a causa dell'innocenza di uno solo. 6. Quanto solerte ? l'ira ad inventare motivi di furore! ?Tu? egli dice ?dispongo che sia condotto a morte, perch? sei stato condannato; tu, perch? fosti motivo di condanna per il commilitone; tu, perch?, comandato di uccidere, al comandante non hai obbedito.? Escogit? in che modo commettesse tre delitti, perch? non ne aveva trovato nessuno.
Trad. Mondadori
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