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Mittente:
Bukowski
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Re: ovidio
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Data:
10/06/2002 23.17.50
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Ovidio, Ars amatoria, II, 123 - 142
Non formosus erat, sed erat facundus Ulixes, Et tamen aequoreas torsit amore deas. A quotiens illum doluit properare Calypso, 125 Remigioque aptas esse negavit aquas! Haec Troiae casus iterumque iterumque rogabat: Ille referre aliter saepe solebat idem. Litore constiterant: illic quoque pulchra Calypso Exigit Odrysii fata cruenta ducis. 130 Ille levi virga (virgam nam forte tenebat) Quod rogat, in spisso litore pingit opus. 'Haec' inquit 'Troia est' (muros in litore fecit): 'Hic tibi sit Simois; haec mea castra puta. Campus erat' (campumque facit), 'quem caede Dolonis 135 Sparsimus, Haemonios dum vigil optat equos. Illic Sithonii fuerant tentoria Rhesi: Hac ego sum captis nocte revectus equis.' Pluraque pingebat, subitus cum Pergama fluctus Abstulit et Rhesi cum duce castra suo. 140 Tum dea 'quas' inquit 'fidas tibi credis ituro, Perdiderint undae nomina quanta, vides?
Non era bello Ulisse, era soltanto abile a parlare, tuttavia spasimarono per lui le d?e del mare. Quante volte Calipso della fretta di lui si dolse, sempre ripetendo che il mare non ere adatto ai remi! E sempre e sempre ancora la vicenda di Troia gli chiedeva e lui diversamente ripeteva il racconto. Erano fermi sulla spiaggia, e la bella Calipso, anche 1? chiese del condottiero Odrisio il cruento destino. Lui col ramo sottile (l'aveva in mano per caso), incide sulla sabbia indurita la scena che lei chiede. ?Questa ? Troia?, dice, tracciando le mura sul lido, ?e questo fingi sia il Simoenta e qui il mio campo. C'era una pianura dove (la disegna) versammo il sangue di Dolone quando insonne aspirava agli Emonii cavalli. Di l? gli accampamenti del Sitonio Reso, di qua io di notte sui cavalli rapiti ritornai?. Molt'altro disegnava, quando un'onda improvvisa port? via tutto il campo di Reso con lo stesso suo duce. E la dea ?Quelle onde che giudichi a te fide, a te che parti, quanti uomini illustri hanno perduto ??
Trad. Einaudi
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• ovidio Re: ovidio
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