Data:
12/06/2002 1.07.06
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Cicerone, I doveri, III, 43-44 passim
43. In modo particolare, poi, c'? confusione tra i doveri nelle amicizie, perch? ? contrario al dovere non concedere agli amici quello che si potrebbe dare giustamente e concedere loro quanto non sarebbe giusto. Ma per tutta questa specie di casi c'? una regola breve e semplice: ci? che sembra utile, onori, ricchezze, piaceri ed altre cose simili, non deve essere mai anteposto all'amicizia. Ma un uomo onesto non compir? mai, per un amico, un'azione contraria allo Stato o a un giuramento o alla parola data, neanche se dovr? giudicare lo stesso amico, perch? nell'indossare i panni di giudice deporr? quelli di amico. Conceder? solo all'amicizia di preferire che la causa dell'amico sia giusta, di accordargli, entro i limiti della legge, il tempo occorrente per difendere la sua causa. 44. Quando, per?, dovr? pronunziare la propria sentenza sotto giuramento, si ricordi che prende a testimone la divinit?, cio?, come io penso, la sua coscienza, della quale niente di pi? divino il dio stesso ha dato agli uomini.
trad. database progettovidio
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