Data:
12/06/2002 16.22.20
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Scusa il ritardo, ma in questi giorni ? un casino!
Curzio Rufo, Storia di Alessandro Magno, IV, 6 passim
Ergo, receptui signo dato, postero die muros corona circumdari iussit, ortoque sole, priusquam admoveret exercitum, opem deum exposcens, sacrum patrio more faciebat: forte praetervolans corvus glebam, quam unguibus ferebat, subito amisit; quae, cum regis capiti incidisset, resoluta defluxit, ipsa autem avis in proxima turre consedit. Inlita erat turris bitumine ac sulphure, in qua alis haerentibus frustra se adlevare conatus a circumstantibus capitur. Digna res visa de qua vates consuleret; et erat non intactae a superstitione mentis. Ergo Aristander, cui maxima fides habebatur, urbis quidem excidium augurio illo portendi, ceterum periculum esse ne rex vulnus acciperet. Itaque monuit, ne quid eo die inciperet. Ille, quamquam unam urbem sibi, quominus securus Aegyptum intraret, obstare aegre ferebat, tamen paruit vati signumque receptui dedit.
Dunque, dato il segnale della ritirata [receptui signum dare, espressione idiomatica; cos? anche alla fine], il giorno successivo (il re) dispose [iussit] che le mura fossero cinte d'assedio [cinrcumdare (oppidum) corona, ? frase idiomatica; lett. circondare (la citt?) con una cerchia (corona), s'intende, di soldati] e, all'alba [orto sole], prima di far avanzare l'esercito, celebrando un rito propiziatorio [lett. invocando l'aiuto degli dei; deum = deorum], faceva un sacrificio secondo la patria usanza: (quand'ecco che,) per caso, un corvo - che si aggirava in volo nei paraggi [circonlocuzione per: praetervolans] - lasci? cadere [amisit], all'improvviso, un pezzo di terra che portava con gli artigli; il qual (pezzo di terra) - caduto sulla testa del re - si sfrantum? [defluxit resoluta], mentre il suddetto [lett. lo stesso] uccello and? ad appoggiarsi [consedit, si pos?] su una torre che era nelle immediate vicinanze [proxima]. La torre era ricoperta [inlita = illita, da "illino"] di bitume e di zolfo: (il corvo) - avendo le ali impegolate [haerentibus] in quella (poltiglia) - tent? [conatus] di spiccare il volo, (ma) invano, (e cos?) vien catturato [presente narrativo; avremmo anche potuto tradurre: fu catturato, senza sbagliarci] dagli astanti. L'accaduto [res, il fatto, la cosa] si mostr? degno di un consulto vaticinale [lett. ?degno (tanto da) consultare gl'indovini su di esso]; e (in effetti, il re) era piuttosto superstizioso [lett. era di mente non immune dalla superstizione]. E cos?, Aristandro - verso il quale [dat. di vantaggio] si nutriva somma fiducia - (cos? si espresse): effettivamente con quel presagio si pronosticava la caduta della citt?, tuttavia c'era pericolo che il re rimanesse ferito (durante l'assedio) [periculum est ne, costrutto idiomatico: esserci pericolo che]. E dunque, (Aristandro) consigli? che per quel giorno non se ne facesse nulla [cio? non si cominciasse l'assedio]. Quello [il re] - sebbene non gradisse [aegre ferebat] che una singola citt? gli fosse d'intralcio [obstare sibi], (gi? pregustando) di entrare, al sicuro [ovvero, senza intralci, appunto], in Egitto - tuttavia diede retta all'indovino e diede il segnale della ritirata.
Trad. Bukowski
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