Data:
30/06/2002 7.41.11
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Autore ignoto.
In Sardegna, i Lestrigoni - mangiatori di uomini [anthropophagi] - divorarono molti Greci e nella famosa (omonima) isola, la maga Circe [nome greco di I declinazione femm.] trasform? i restanti compagni di Ulisse in porci. Ulisse, tuttavia, riusc? a salvare [lett. servavit, salv?] tutti i (suoi) compagni (da quel maleficio). Di poi, evoc? molte anime dall'Averno [ab Inferis], per chiedere (loro vaticini) [l'endiadi di due verbi, in questo caso "evocavit et interrogavit", come talvolta avviene, pu? elegantemente rendersi con un costrutto finale]: (ne) ottenne utili [lett. bona] indicazioni [consilia] a riguardo del (proprio) ritorno (in patria) [de reditu, compl. argomento]. E cos?, senza incorrere in pericoli, pot? ascoltare [lett. ascolt?] il canto delle sirene e riusc? a sfuggire [lett. sfugg?] al gorgo di Cariddi ed allo scoglio di Scilla. Di poi, Giove fece morire [necavit] tutti i compagni di Ulisse, perch? (essi), in Sicilia, si erano nutriti [voraverunt] dei giumenti del Sole [ovvero, sacri al Sole]. Quindi, dopo molte traversie, (Ulisse) riusc? a giungere [lett. giunse] in patria. Il primo a riconoscere Ulisse [lett. per primo riconobbe?] fu il cane Argo, (il quale subito dopo) mor? con grande gioia [compl. di modo]. Quindi, Telemaco ed Euriclea, nutrice di Ulisse, riconobbero il re [ovvero, Ulisse stesso]. Penelope era stata una moglie sempre fedele; infatti, fin allora [adhuc], aveva detto ai Proci: "Prima di un nuovo matrimonio, desidero tessere una tela". Tuttavia, tesseva la tela durante il giorno, (ma) la disfaceva di notte. Infine, Ulisse - insieme col figlio Telemaco - stermin? i Proci, e riottenne la moglie fedele e il regno. Il poeta Omero narr? le lunghe peregrinazioni di Ulisse in un famoso poema [l'Odissea, appunto] e a tutt'oggi [adhuc] l'intera umanit? [lett. tutti gli uomini] legge l'Odissea [Odysscafi ??? errore di scannerizzazione, suppongo].
Trad. Bukowski
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