Data:
01/07/2002 21.19.37
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Il tuo brano ? tratto, ma con notevoli modifiche, da Plinio il Vecchio, Storia naturale, 8, 149 ss
Un [quidam, generico, indefinito] re aveva donato un cane ad Alessandro, durante la sua spedizione [petenti] verso l'India, (cane) che suscitava lo stupore generale per la forza, la vivacit? [alacritatem], la robusta complessione fisica [magnitudinem] [lett. (cane) di cui tutti ammiravano la forza?]. Alessandro, (anch'egli) ammirato delle sue fattezze [specie, ovv. sing.], ordin? che (gli) fossero liberati contro [emitti] orsi, quindi cinghiali [da "aper"], infine dei caprioli. Sebbene questi animali non rientrassero nelle simpatie dei cani [lett. invisa (odiosi) sunt canibus], tuttavia il cane rimaneva immobile (e tranquillo), non curandosi di loro. Disturbato da tale indolenza (del cane), Alessandro dispose che fosse ucciso. Al che, il re [il donatore di prima], venutasi a sapere la cosa [hac re comperta, abl. ass.], fece pervenire [misit] al condottiero un secondo [alterum] cane, allegandovi questo appunto [lett. scrivendo queste cose]: "Mettilo alla prova [experire eum; imperativo di "experior"] non contro animali piccoli, ma contro un leone o un elefante. Sappi [scias; ricordati che "scio" non annovera l'imperativo presente, reso in questo caso col congiuntivo; si usa talora anche l'imperativo futuro, tal che si sarebbe potuto pure scrivere "scito"] che, di tal specie, ho avuto soltanto due cani. Se anche questo verr? ucciso [? abl. assoluto con valore di protasi], non me ne rester? [da "supersum"] pi? alcuno". Alessandro lo prese alla lettera [lett. non differ? il consiglio; da "differo"], e fece liberare (contro il cane) un leone, il quale venne scannato (dal cane) in quattro e quattr'otto [statim]. Quindi, (Alessandro) diede ordine che gli si fosse messo contro un elefante. Il cane, dapprincipio, emise un latrato terribile, puntando contro la bestia: (quindi) la abbatt? a furia di morsi e zampate [lett. con denti ed unghia].
Trad. Bukowski
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