Data:
06/07/2002 0.31.02
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Seneca, Consolazione a Polibio, II
2, I. Anche quello non poco ti aiuter?, se penserai che il tuo dolore non giover? in nulla, n? a colui di cui senti la mancanza, n? a te: non vorrai dunque che duri ci? che ? vano. Se qualche risultato con la nostra afflizione c'? possibilit? di conseguirlo, non mi rifiuto, tutte le lacrime che per la mia sorte mi sono restate, di versarle per la tua; trover? ancora adesso attraverso questi occhi, gi? esauriti per i pianti di casa mia, qualcosa ancora da far scorrere, purch? ci? possa esserti di vantaggio. 2. Perch? indugi? piangiamo insieme, anzi io far? mio questo processo d'accusa: ?O fortuna, ingiustissima a giudizio di tutti, finora sembrava che (nella posizione sua) tu quell'uomo lo avessi conservato saldo, lui che, per dono tuo, tante manifestazioni di rispetto aveva ricevuto, che (cosa questa raramente toccata a qualcuno) il suo successo sfuggiva all'invidia: ecco, il dolore pi? grande che, vivo Cesare, era possibile ricevesse, tu glielo imprimesti e, dopo avergli attentamente girato intorno per ogni dove, capisti che solo da questa parte si apriva ai tuoi colpi. 3: Che cosa infatti gli avresti potuto fare d'altro? strappargli il denaro? mai ne fu dipendente; anche ora, per quanto gli ? possibile, lo allontana da s? e nella pur grande possibilit? di acquistarne, nessun frutto maggiore ne chiede che il non tenerne conto. 4. Strappargli gli amici? sapevi che ? persona tanto trattabile, che con facilit?, al posto degli amici perduti, era in grado di sostituirne altri; solo costui infatti, fra quelli che a corte ho visto potenti, mi sembra di aver conosciuto, che a tutti, pur essendo utile averlo come amico, tuttavia ancor maggiormente ? gradito. 5. Strappargli la buona fama? ? troppo solida questa presso di lui, perch? anche da te sia possibile riceva scosse. Strappargli la buona salute? sapevi che l'animo suo sulla cultura degna di un uomo libero (nella quale non solo si ? nutrito, ma vi ? nato dentro) sta cos? basato, da alzarsi sopra tutti i dolori del corpo. 6. Strappargli la vita? quanto poco gli avresti nuociuto! un tempo lunghissimo al suo ingegno ha promesso la fama; personalmente, ha operato in modo da durare nella parte migliore di s? e, con la composizione di illustri opere di eloquenza, da sottrarsi alla condizione di mortale. Finch? ci sar? qualche onore per la letteratura, finch? si conserver? salda o la potenza della lingua latina o il fascino della greca, egli vivr? insieme ai grandissimi uomini, con i cui ingegni si ? confrontato, oppure, se questa affermazione la sua verecondia la rifiuta, ai quali si ? appoggiato. 7. Questo solo dunque hai escogitato, in che modo massimamente ti fosse possibile nuocergli: quanto ciascuno ? infatti migliore, tanto pi? spesso si ? abituato a sopportare te, che senza alcuna scelta impazzi e che proprio in mezzo ai benefici devi essere temuta. Quanto poco era per te, immune da questa ingiura presentare quell'uomo, in cui sembrava che la tua condiscendenza per sicuro ragionamento ci fosse giunta, e non, secondo quello che ? il tuo costume, ci si fosse casualmente imbattuta! ?.
Trad. Mondadori
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