Data:
10/07/2002 11.54.32
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Sallustio, Discorso di Pompeo al senato, passim
Se contro di voi, contro la Patria, contro gli d?i Penati, tante fatiche e pericoli io avessi affrontato ogni volta che, sin dalla prima adolescenza, sotto il mio comando sono stati sbaragliati i peggiori nemici e si ? data a voi la salvezza, niente di pi? grave avreste deciso contro di me lontano, di quanto fate ora, signori senatori: a dispetto della mia giovane et?, io sono stato scaraventato in una guerra ferocissima, con un esercito tanto meritevole, e voi avete fatto di tutto per fiaccarmi con la fame, la pi? miserabile di tutte le morti. Era questo che sperava il Popolo Romano quando ha mandato alla guerra i suoi figli? E questo il compenso delle ferite e del sangue versato tante volte per la repubblica? lo, stanco di scrivere e di mandare legazioni, ho dato fondo a tutte le mie sostanze e a tutto il mio credito personale, e intanto, da voi, in tre anni, a malapena mi sono state fornite le spese per un anno solo. Per gli d?i immortali, credete che io possa fare le veci delle casse dello Stato, o che un esercito si possa mantenere senza viveri e senza paga? Devo ammettere che a questa guerra io sono venuto con pi? entusiasmo che riflessione: appena ricevuto da voi il titolo di generale, in quaranta giorni ho allestito un esercito, e ho ricacciato dalle Alpi in Ispagna il nemico che gi? stava addosso all'Italia; e attraverso le Alpi ho aperto una strada diversa da quella di Annibale, pi? comoda per noi. Ho riconquistato la Gallia, i Pirenei, la Lacetania, gli Ind?geti; con soldati alle prime armi, e molto pi? scarsi, ho sostenuto il primo attacco di Sert?rio vittorioso; ho trascorso l'inverno al campo in mezzo a ferocissimi nemici, e non, per interessata compiacenza, in qualche citt?.
Trad. Newton
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