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11/07/2002 13.07.42
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Tibullo, Elegie, I 3 vv. 1-32 [la traduzione ? in fondo all'originale]
Ibitis Aegaeas sine me, Messalla, per undas, O utinam memores ipse cohorsque mei. Me tenet ignotis aegrum Phaeacia terris, Abstineas avidas, Mors, modo, nigra, manus. Abstineas, Mors atra, precor: non hic mihi mater 5 Quae legat in maestos ossa perusta sinus, Non soror, Assyrios cineri quae dedat odores Et fleat effusis ante sepulcra comis, Delia non usquam; quae me cum mitteret urbe, Dicitur ante omnes consuluisse deos. 10 Illa sacras pueri sortes ter sustulit: illi Rettulit e trinis omina certa puer. Cuncta dabant reditus: tamen est deterrita numquam, Quin fleret nostras respiceretque vias. Ipse ego solator, cum iam mandata dedissem, 15 Quaerebam tardas anxius usque moras. Aut ego sum causatus aves aut omina dira, Saturni sacram me tenuisse diem. O quotiens ingressus iter mihi tristia dixi Offensum in porta signa dedisse pedem! 20 Audeat invito ne quis discedere Amore, Aut sciat egressum se prohibente deo. Quid tua nunc Isis mihi, Delia, quid mihi prosunt Illa tua totiens aera repulsa manu, Quidve, pie dum sacra colis, pureque lavari 25 Te?memini?et puro secubuisse toro? Nunc, dea, nunc succurre mihi?nam posse mederi Picta docet templis multa tabella tuis?, Ut mea votivas persolvens Delia voces Ante sacras lino tecta fores sedeat 30 Bisque die resoluta comas tibi dicere laudes Insignis turba debeat in Pharia.
Sull'onde dell'Egeo senza di me, Messalla, voi ve ne andrete. Oh, se almeno tu e gli amici vi ricordaste di me! Qui, tra i feaci, ammalato mi trattiene una terra sconosciuta. Allontana le tue avide mani, morte tenebrosa; tienle lontane, ti prego, nera morte. Qui non c'? mia madre, che mesta nel grembo raccolga le ossa bruciate, n? mia sorella, che sulle ceneri sparga profumi di Siria e con i capelli sciolti pianga alle mie esequie. E neppure c'? Delia, che prima di lasciarmi partire da Roma, dicono che consultasse tutti gli dei. Tre volte dalle mani di un ragazzo estrasse a sorte i presagi e tre volte quello le diede responsi innegabili: tutti promettevano il mio ritorno, ma lei non seppe trattenere il pianto, guardando con ansia al mio viaggio. Ed io, per tentare di consolarla, quando avevo ormai predisposto tutto, cercavo angosciato ogni motivo per ritardare, adducendo a pretesto ora gli auspici, ora i presagi infausti o infine che mi tratteneva la maledizione del giorno di Saturno. Quante volte, messomi in cammino, mi sono detto: 'Inciampare col piede sulla soglia ? certo un segnale di malaugurio!' Nessuno mai tenti di allontanarsi, contro la volont? di Amore, oppure sappia che parte con la proibizione del dio. Che mi giova, Delia, la tua Iside ora? che mi giovano quei bronzi che tante volte la tua mano ha agitato o quel tuo purificarti nell'acqua, seguendo piamente il rito, quel tuo dormire da sola, ricordo, in un letto illibato? Ora, ora, dea, soccorrimi (che tu mi possa guarire lo mostrano tutti gli ex voto dei tuoi templi); in cambio la mia Delia, sciogliendo i suoi voti, seder? vestita di lino davanti all'ingresso sacrato e, sciolti i capelli, due volte al giorno canter? le tue lodi come ti ? dovuto, distinguendosi tra la folla degli egizi.
Trad. database progettovidio
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