Data:
11/07/2002 15.43.06
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Cittadini, in molti pericoli io sono incorso, in pace e in guerra, e in molte avversit?; ad alcuni di essi ho resistito, altri ho respinto con l'aiuto degli d?i e con il mio ardire. E in tutto ci? mai il mio cuore ? venuto meno alla lotta n? la mia energia alle decisioni prese. La cattiva sorte e la buona mutavano le mie possibilit?, non il mio carattere. Eppure adesso, nelle attuali sventure, insieme con la fortuna tutto mi ha abbandonato. E poi la vecchiaia, gi? di per s? gravosa, raddoppia la mia apprensione: purtroppo, in et? gi? avanzata, neppure una morte onorevole mi ? lecito sperare. Giacch?, se davvero io sono la vostra rovina, se, due volte venuto alla vita in questa sede, io disprezzo i miei d?i Penati e la mia patria e l'altissima mia carica, quale supplizio ? sufficiente a me vivo, quale pena a me morto? Con la mia scelleratezza avrei meritato ben pi? di tutti i tormenti che si ricordano gi? agli ?nferi. Fin dalla prima adolescenza, da privato o da pubblico funzionario, io sono vissuto sotto i vostri occhi. Chiunque lo ha voluto, ha potuto disporre della mia eloquenza, del mio consiglio, del mio denaro, Personalmente non ho mai praticato un'eloquenza maliziosa n? ho rivolto l'ingegno a fare il male, Avidissimo di influenza nella vita privata, mi sono tirato addosso le pi? gravi inimicizie nella difesa dello Stato; mentre, vinto da esse insieme con questo, e bisognoso del sostegno altrui, io mi aspettavo nuove sventure, voi, cittadini, mi rideste la patria e i Penati, insieme con l'alta dignit?. E in cambio di questi benefici, a mala pena sembrerei riconoscente, se io dessi per ognuno di voi quella vita che per ognuno non posso dare, Perch? la vita e la morte sono dominio della natura; ma una vita da vivere senza disonore con i propri concittadini, intatto nella reputazione e nelle sostanze, questo s? che si d? e si riceve in dono!
Trad. Newton
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