Data:
13/07/2002 3.30.28
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Il tuo primo brano ? tratto da Cicerone, Brutus, 44-45
44 ?Sia come vuoi di costui;? dissi ?d'ora in poi star? pi? attento a sfiorare questioni di storia davanti a te, che posso elogiare come la pi? scrupolosa autorit? in materia di cose romane. Insomma, all'incirca a quel tempo Pericle figlio di Santippo, del quale ho parlato in precedenza, fu il primo ad applicare i frutti di una formazione dottrinaria; sebbene non ve ne fosse una per l'eloquenza, tuttavia egli, allievo del naturalista" Anassagora, aveva facilmente potuto trasferire l'attitudine all'esercizio intellettuale da materie recondite e astruse ai dibattiti giudiziari e politici. Atene pot? godersi la sua piacevolezza, ammirare in lui la fecondit? di pensieri e la ricchezza di espressioni; ma dov? anche temere la potenza terrificante della sua parola. 45 Quest'epoca, dunque, produsse per la prima volta ad Atene un oratore quasi perfetto. Infatti il desiderio di eloquenza non ? solito nascere quando la gente ? intenta a darsi fondamenta costituzionali, quando deve condurre guerre, o quando ? impedita dalle catene di un dominio regale. L'eloquenza ? compagna della pace e alleata della tranquillit?, ed ? per cos? dire, alunna di una collettivit? gi? ben costituita.
Fonte: www.bibliomania.it
Il tuo secondo brano ? tratto da Cicerone, Veerine, I, 11
Ora, o giudici, chiedo a voi un consulto a riguardo di come, secondo il vostro parere, [lett. di cosa riteniate che io?] io debba comportarmi [lett. (io) ? debba fare] (in questo processo). Perch? voi, in verit? [profecto], mi concederete, agendo con tacito assenso [taciti; sono tentato pi? a riferirlo a iudices, nom. pl., piuttosto che a consili, gen. sing.] [ovvero, anche, in modo non formalmente convenuto] quell'indicazione che io, in parte mia [egomet; rafforzativo di ego], dovr? - mi rendo ben conto - necessariamente [necessario (-e); avv.] assumere. Se io (ora) utilizzassi ["utor" regge abl.], per parlare, (tutto) il tempo che ho, per legge, a disposizione [lett. mio legittimo], potrei ben cogliere [lett. coglierei] (tutto) il frutto della mia fatica, della mia operosit? e della mia scrupolosit? [diligentia] [periodo ipotetico II tipo (possibilit?), qui espressa nel presente] (nel costruire i capi d'accusa); e dal discorso di accusa (che terrei) farei apparire manifesto [perficiam ut? videatur] (il fatto) che nessuno (avvocato), a memoria d'uomo [post memoriam hominum], si sia mai presentato ad un processo pi? preparato, attento, e ben provveduto [compositus] (di quanto lo sia io in questo). Ma durante questo mio sfoggio [in hac laude] di bravura [lett. il "mio" ? riferito, ovv., ad "industria"], potrebbe profilarsi il pericolo, inaudito, che l'imputato [reus] se la svigni. Che si pu? fare, dunque? (Beh, la soluzione) mi sembra (decisamente) chiara, anzi cristallina [lett. la resa ? in negativo: non mi sembra oscura?]: riserver? [reservemus; pl. maiestatis] ad un'altra occasione [in alia tempora] il suddetto [istum, codesta] "frutto" dei (miei) meriti - (frutto) che potrebbe (facilmente) esser colto [percipi] per mezzo di una torrenziale [perpetua] requisitoria retorica. In questo contesto [lett. ora] (piuttosto) mi limiter? ad accusare [lett. accuser?; pl. maiestatis] (quest') uomo basandomi su libri di conti (ufficiali) [tabulis], su testimoni (ufficiali), su documenti ufficiosi e documentazioni (altrettanto) ufficiali. La partita si giocher? tra me e te, (Quinto) Ortensio (Ortalo) [il difensore di Verre]. Te lo dir? francamente: se io pensassi (davvero) che tu stia gareggiando (lealmente) con me, in questo processo, a costruire ed abbattere accuse [dicendo ac diluendis criminibus; ablativi di limitazione], anch'io perderei il mio tempo [consumerem operam] a formulare e a mettere a punto capi d'imputazione; (ma) in quest'occasione [nunc], dato che ti sei risolto [instituisti] ad affrontarmi in modo sleale [malitiose] - non com'? di tua natura, ma suggerito dall'occasione e da(lla natura stessa di) questo processo - (mi) si impone di necessit? di affrontare (a mia volta) con una certa cautela codesta (tua) siffatta condotta [istius modi rationi]. Il tuo piano [ratio] consiste nel cominciare la contraccusa dopo [secundum, avv.] i due ludi; il mio, di rinviare (il contraddittorio direttamente) al terzo giorno [comperendinem], anticipando a prima dei primi ludi [questo pezzo, per quanto letteralmente banale, non ha tuttavia molto senso se sganciato da quanto Cicerone ha affermato poco prima, nel par. 10: "Nonae sunt hodie Sextiles: hora VIII. convenire coepistis. Hunc diem iam ne numerant quidem. Decem dies sunt ante ludos votivos, quos C. Pompeius facturus est. Hi ludi dies quindecim auferent: deinde continuo Romani consequentur. Ita prope XL. diebus interpositis, tum denique se ad ea quae a nobis dicta erunt responsuros esse arbitrantur: deinde se ducturos, et dicendo et excusando, facile ad ludos Victoriae]. Cos? (a conti fatti) risulta che codesto tuo proposito sia da intendersi come frutto d'astuzia, (mentre) questo mio escamotage come dettato dalla necessit? (del caso).
Trad. Bukowski
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